Dal metaverso al "compra ora, paga dopo": i 5 trend fintech del 2022

La rivoluzione fintech non mostra segni di rallentamento, scopriamo quali sono i trend che caratterizzeranno il fintech nell'anno appena iniziato.

I trend fintech del 2022

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Il 2022 sarà un anno di ulteriore crescita per il fintech, infatti nonostante le enormi sfide portate dalla pandemia, la fiducia degli investitori continua a salire e il mercato continua a crescere con i tassi di adozione fintech che hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra, non solo a livello globale e in Europa ma anche nel nostro Paese.

Il mercato fintech sarà caratterizzato da nuovi trend innovativi e abbiamo fatto una selezione dei principali ipotizzando che saranno quelli più importanti del 2022.

Istituzioni finanziarie tradizionali che esplorano la blockchain e le criptovalute

Un certo numero di banche sta iniziando a prendere in considerazione la blockchain e le sue molteplici applicazioni, non solo perchè le criptovalute offrono rendimenti atipici rispetto alle altre asset class, ma anche perchè anche le istituzioni finanziarie si stanno rendendo conto che questa tecnologia può risolvere alcuni dei loro problemi dal punto di vista operativo.

È notizia del 2020 il primo progetto interbancario che utilizzava la blockchain in Italia, ossia Spunta, e da allora questa tecnologia sta prendendo sempre più piede tra le istituzioni finanziarie.

La blockchain infatti, rendendo molto difficile la modificabilità di una transazione, diminuisce il rischio di compromissione dei dati, di frodi o violazioni della privacy. Migliora, inoltre, l’automazione dei processi e li semplifica, incrementando l’aspetto del rapporto fiduciario tra la banca e il cliente.

In Europa già molte banche, tradizionali e non, stanno permettendo ai loro clienti di investire tramite le loro app in criptovalute e stanno stringendo partnership con aziende che operano con le criptovalute, ad esempio tra le tradizionali possiamo annoverare Banca Generali, che ha investito in Conio, mentre, tra le neobank, l'italiana Hype, sempre tramite una partnership con Conio, ha iniziato ad offrire nel 2021 la possibilità di comprare, vendere e scambiare Bitcoin.

A livello europeo invece, le neobank più affermate hanno sviluppato come Revolut o stanno sviluppando come nel caso di N26 l'interfaccia per l'investimento in criptovalute direttamente nella loro app.

In contrapposizione a queste, è notizia recente che Unicredit ha con un tweet, minacciato di chiudere i conti dei suoi clienti che intrattenessero rapporti con exchange di criptovalute, salvo poi raddrizzare il tiro, ma continuando a sconsigliare i propri clienti dall'effettuare questo tipo di operazioni.

unicredit tweet bitcoin

Il 2021 ha segnato una crescita dell'adozione e dei progetti che ruotano intorno alle criptovalute anche da parte di varie istituzioni finanziarie, che il 2022 possa essere l'anno di una definitiva consacrazione?

Il boom dell'embedded finance

Il fenomeno dell'embedded finance permette a imprese non finanziarie di offrire ai loro clienti prodotti e servizi finanziari di terze parti in modo immediato e facile.

Un possibile esempio è un rivenditore di apparecchi tecnologici che offre un piano di pagamento o una carta fedeltà con un conto di risparmio finanziario associato. Così facendo, il processo è più facile per il cliente, che prima doveva passare attraverso una banca per chiedere i soldi e poi tornare dal rivenditore, mentre ora ha un solo punto di contatto, cioè il rivenditore stesso.

Uno studio di Juniper Research evidenzia come il valore di mercato della embedded finance dovrebbe crescere nei prossimi anni e ha stimato che supererà i 138 miliardi di dollari nel 2026, dai 43 miliardi di dollari che ha fatto registrare nel 2021. La ricerca ha identificato che questa straordinaria crescita sarà guidata dalla crescente disponibilità di API grazie alle piattaforme fintech che mettono a disposizione dei loro clienti finanziari e non questi servizi.

Compra ora, paga dopo

Il compra ora, paga dopo o buy now, pay later nella sua traduzione inglese vedrà in questo 2022 un'adozione e una diffusione ancora più forti, con soluzioni come PayPal, Klarna e Soisy che offrono ai clienti esattamente ciò di cui hanno bisogno nello shopping online, ossia transazioni da eseguire e linee di credito economiche.

Il 2021 ha infatti incoronato Klarna come fintech di maggior valore in Europa, con una valutazione di 45,6 miliardi di dollari.

Inoltre ad agosto Square, società del CEO di Twitter Jack Dorsey, ha comprato la canadese Afterpay per $29 miliardi, mentre l'italiana Scalapay lo scorso autunno ha chiuso un round da 155 milioni di dollari.

Il fenomeno ha raggiunto vendite per 100 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita del 300% rispetto ai 24 miliardi del 2020 e siamo sicuri che questo trend ci sorprenderà nel 2022, aggiungendo oltre al semplice finanziamento anche dei servizi a valore aggiunto per i clienti.

Revenue-based financing

Il revenue-based financing è un nuovo modo di finanziare le aziende digitali in crescita, è stato creato per risolvere i problemi di finanziamento collegati ai canali tradizionali come per esempio le garanzie personali o un finanziamento in cambio di quote della società (equity).

Il revenue based financing è una forma alternativa di finanziamento utile soprattutto per quelle aziende che hanno entrate ricorrenti come per esempio gli eCommerce e i SaaS.

La filosofia è semplice: dare alle imprese l'accesso a un finanziamento equo, flessibile, trasparente e veloce per le loro campagne di marketing digitale, permettendogli di ripagare quel finanziamento attraverso una piccola percentuale delle loro entrate future.

In Italia ha fatto scalpore il finanziamento ottenuto da Viceversa, che ha concluso ad ottobre 2021 un round seed da 23 milioni di euro (3 milioni in equity e 20 milioni in debt), ma il trend sembra essere solo all'inizio ed è destinato a crescere, infatti da ricerche recenti si prevede che raggiungerà i 42,35 miliardi di dollari entro il 2027, questo valore nel 2019 era di 901,41 milioni di dollari.

NFT e Metaverso

Quanti di noi esattamente un anno fa sapevano cosa fosse un NFT? L'esplosione di questa asset class ha caratterizzato il 2021, portando una immagine digitale ad essere comprata per 69 milioni di dollari, oltre a molte altre vendute per cifre a sei zeri.

Ma gli NFT, nati come semplici immagini digitali si stanno evolvendo molto, anche grazie alle sinergie create con un'altra tecnologia che sta ritornando in voga recentemente, il metaverso.

Il metaverso, fenomeno per la prima volta citato nel 1992 da Neal Stephenson in Snow Crash, libro di fantascienza cyberpunk e descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar.

È salito di nuovo alla ribalta nel 2021 con la creazione di metaversi decentralizzati da parte di imprese come Decentraland e Sandbox, oltre all'annuncio di Facebook che ha cambiato il suo nome in Meta il 28 ottobre 2021 con la conseguente assunzione di oltre diecimila persone al fine di creare il suo metaverso centralizzato.

La relazione tra NFT e Metaverso è molto stretta, in quanto già ora stanno iniziando ad essere venduti i primi NFT da parte di grandi imprese come Adidas e altre imprese dell'alta moda come Gucci, Balenciaga, e Burberry stanno iniziando a collaborare con imprese che operano con questa tecnologia al fine di sviluppare digital assets ed ecosistemi totalmente digitali e quindi fruibili esclusivamente online.

Il metaverso e gli NFT si configurano quindi come fulcro di interesse per molti investitori e grandi imprese e permetteranno di sviluppare nuovi business model. In questo senso il 2022 sarà sicuramente un anno di grandi novità Morgan Stanley ha previsto che il metaverso a breve potrebbe diventare un'industria da 8 bilioni di dollari.

Conclusioni

Il 2021 è stato un anno grandioso per il fintech, ma il 2022 porterà sicuramente maggiori novità e sviluppi che non sembrano più tanto futuristici.

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Daniele Marino

26, Business Analyst @Fintastico