Regime Forfettario: la soluzione per una fiscalità più soft

Scopriamo come funziona il regime forfettario, come si determina il reddito imponibile e pro e contro di questo regime fiscale.

regime forfettario

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Nasce nel 2014 e, nel giro di pochissimo tempo, conquista larga parte dei professionisti e dei piccoli imprenditori italiani, diventando sinonimo di risparmio e semplicità: stiamo parlando del regime forfettario, il regime fiscale agevolato che, sette anni fa, ha preso il posto del precedente regime dei minimi, ormai disponibile soltanto per i contribuenti che non hanno raggiunto il termine naturale (ovvero cinque anni di durata massima, oppure l’età di 35 anni).

Nonostante la “popolarità” del regime forfettario, ancora oggi non mancano le incertezze riguardo al suo funzionamento, ma soprattutto ai suoi pro e contro. Difatti, come vedremo in dettaglio più avanti, nonostante l’adozione di questo regime sia fortemente consigliata nella maggioranza dei casi, vi sono anche delle eccezioni che è importante imparare a riconoscere e considerare.

Dunque, quali sono le principali caratteristiche del regime forfettario?

Imposta sostitutiva al 15%

Come dicevamo, il regime forfettario viene solitamente elogiato per ragioni economiche, in quanto prevede una tassazione più competitiva rispetto a quella “tradizionale”. Per farla semplice: mentre, nel regime ordinario, l’aliquota Irpef cresce progressivamente in proporzione al reddito (dal 23% per i redditi più bassi, compresi cioè tra 0 e 15.000 €, fino al 43% per i redditi più elevati, da 75.000 € a salire), nel forfettario vi è una sola imposta sostitutiva con aliquota fissa al 15%.

Salta subito all’occhio, quindi, che i contribuenti assoggettati al regime forfettario debbano versare un quantitativo inferiore di tasse, tanto in caso di reddito minimo (15% contro 23%), quanto soprattutto nelle fasce intermedie.

Determinazione forfettaria del reddito imponibile

L’aliquota al 15%, tipica del regime forfettario, non si applica sulla totalità degli incassi che il professionista (o imprenditore) ha fatturato nel corso dell’anno.

Si applica, invece, soltanto su una sua “porzione”, detta “reddito imponibile”.

Tuttavia, l’aspetto più significativo non è questo, ma il metodo utilizzato per determinare il reddito imponibile, partendo proprio dal fatturato incassato.

Due, infatti, sono i passaggi da svolgere:

  1. Moltiplicare il fatturato incassato per il coefficiente di redditività del proprio Codice ATECO (ad es. 78% per la maggioranza dei professionisti, 67% per le attività artigianali e 40% per ristoranti, bar e negozi).
  2. Da questo primo risultato ottenuto, tecnicamente detto “reddito lordo”, dedurre i contributi previdenziali versati nello stesso periodo.

Diversamente dal forfettario, il regime ordinario vede l’impiego del metodo analitico, che consiste nella semplice sottrazione delle varie voci in uscita deducendoli a seconda dell'aliquota prevista per il tipo di spesa.

Aliquota start-up al 5%

Come incentivo rivolto alle nuove attività, è prevista la riduzione dell’aliquota forfettaria - che passa dal 15% al 5% - per i primi cinque anni d’imposta.

L’aliquota ridotta - conosciuta come “aliquota start-up” - è disponibile se:

  • il soggetto non ha svolto attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare, nei tre anni precedenti all’apertura della P. IVA;
  • la nuova attività non costituisce, in alcun modo, la mera prosecuzione di altre attività svolte precedentemente in forma autonoma o subordinata (fanno eccezione i periodi di praticantato obbligatori per l’accesso ad arti o professioni);
  • in caso di prosecuzione di attività svolte da soggetti terzi, l’ammontare dei ricavi e compensi prodotti nel precedente periodo d’imposta non supera il limite massimo consentito per l’accesso al regime forfettario (ossia 65.000 €).

Altre agevolazioni da ricordare

Oltre ad utilizzare aliquote più basse, i contribuenti che scelgono di aderire al regime forfettario possono godere di molte altre agevolazioni.

Ad esempio, operando in franchigia IVA, i forfettari non sono tenuti a sbrigare tutti gli adempimenti relativi - come le dichiarazioni IVA - obbligatori , invece, nel regime ordinario. E, cosa ancora più importante, riescono a mantenere tariffe e prezzi più bassi del 22%, poiché non gravati da maggiorazioni dovute all’imposta sul valore aggiunto: un vantaggio non da poco, che permette loro di attirare facilmente nuovi clienti e di affermarsi pure in ambiti dalla forte competitività.

Il regime forfettario elimina anche le incombenze riguardanti la contabilità: qui non occorre registrare le fatture, ma vi è solo l’obbligo di conservazione con l’aggiunta del numero in ordine progressivo. A proposito di fatturazione, poi, ricordiamo che, ad oggi, i forfettari non sono tenuti ad utilizzare la nuova versione elettronica, ma possono tuttora ricorrere al formato cartaceo (a meno che non si tratti di fatture emesse nei confronti della Pubblica Amministrazione).

Infine, sono esonerati da obblighi come la presentazione dell’esterometro o gli studi di settore. Devono, tuttavia, inviare la dichiarazione dei redditi (una volta ogni anno) e la dichiarazione Intrastat (una volta ogni tre mesi, nel caso in cui si svolgano collaborazioni con operatori provenienti da Paesi membri dell’UE e quando si effettuano acquisti e si supera una certa soglia di importo).

Regime forfettario: pro o contro?

Terminato questo lungo elenco di vantaggi, probabilmente ti starai chiedendo come sia possibile che, per alcuni professionisti o imprenditori, il regime forfettario sia poco conveniente, se non addirittura sconsigliato.

In realtà, ciò accade proprio a causa del suo peculiare funzionamento: ad esempio, nel caso in cui i costi “scaricabili” nel regime ordinario, dunque voce per voce e in base all’aliquota prevista, superino di molto quelli deducibili su base forfettaria. Pensiamo, per dire, a chi ha sostenuto grosse spese mediche, a chi gode di sgravi fiscali per motivi familiari, a chi ha acquistato beni strumentali altrimenti non ammortizzabili.

Insomma, ogni situazione andrebbe sempre valutata con attenzione, meglio se con l’aiuto di un occhio esperto. Per cui, se stai per aprire la tua Partita IVA o stai pensando di passare dall’ordinario al regime forfettario, ma non sei certo di fare la cosa giusta, Fiscozen è qui per darti una mano e guidarti nella gestione della fiscalità. Prenota una consulenza gratuita e chiarisci ogni dubbio!

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