Blockchain e Web3: un anno da costruire

L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha presentato i dati del 7° report su Blockchain & Web3. Scopriamo insieme come evolverà il mercato italiano delle tecnologie blockchain.

Blockchain e Web3 un anno da costruire

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Il 2022 si è confermato come un anno di transizione per l’universo blockchain. Il report dell’Osservatorio Blockchain & Distrubuted Ledger del Politecnico di Milano ha riepilogato i principali avvenimenti e i trend in atto, con un interesse particolare per il Web3 come prossima evoluzione della rete internet.

Progetti: trend e tipologie

blockchain

Che il 2022 sia stato un anno di metamorfosi lo si capisce dal titolo della ricerca dell’Osservatorio del Politecnico, “Blockchain & Web3: time to build” in cui per la prima volta si fa riferimento al Web3 oltre che alla Blockchain, a indicare un deciso cambio di passo.

E l’anno appena passato ha avuto i tratti di una transizione, tra battute d’arresto, crolli fulminei e fallimenti spettacolari: a gennaio lo stop definitivo al progetto Libra, la criptovaluta di Facebook, prima ridimensionato in Diem e poi archiviato tra incertezze regolatorie e defezioni di partner e dipendenti; a maggio, l’eclissi definitiva di Luna, trascinata a terra dal peg con la stablecoin Ust associata; a novembre è toccato ad FTX, l’exchange fallito dopo una corsa agli sportelli old style.

La conclusione che se ne potrebbe trarre è che, nel mondo crypto il lieto fine non è mai definitivo. Non solo per quei progetti che si rivelano fallati o fraudolenti ma anche per quelli che, più blasonati e promettenti, finiscono vittima della loro stessa innovazione e dei timori di accentramento che questa suscita tra regolatori e incumbent.

Tutto finito, si possono archiviare la Blockchain e le sue derivazioni con buona pace di investitori, settori innovativi e indotto? Si possono Criptovalute, Nft e Defi come quella bolla che sono state tacciate di essere? Decisamente no, come illustra il report del Politecnico. Due gli aspetti interessanti.

Da questa parte dell’Atlantico, l’anno appena trascorso è stato quello dell’approvazione della MiCar, l’atteso regolamento sui mercati delle criptovalute, da parte della Commissione Europea. La normativa, che entrerà in vigore nel 2024, è pensata espressamente per tutelare gli investitori e fornire un regolamento omogeneo per tutta l’Unione europea.

Nel mondo, la diffusione di Blockchain e distributed ledger techonlogy (DLT) continua a crescere, con 278 nuovi progetti nell’ultimo anno, per una crescita YoY di oltre il 13%. Dei 1.046 progetti totali, oltre il 35% si concentra sul settore Finance, come prevedibile. Il dato interessante però sono il 16% in ambito Government e il 12% nel settore Media, Art & Entratainment, seguiti dal 6% in Agrifood e il 5% in Fashion & Luxury, che indicano come questa tecnologia stia effettivamente andando verso ambiti di applicazione concreta. La vera sorpresa, nonché il centro della presentazione dell’Osservatorio, la si scopre se si distinguono i progetti a seconda delle tre tipologie di applicazioni: Blockchain for business, Internet of Value e Decentralized Web.

Blockchain per le imprese

La Blockchain for business è la prima applicazione su cui si sono concentrati i progetti. Quasi il 54% dei progetti è stato creato per questo scopo. L’evoluzione storica racconta però un’altra storia: dal picco dei 144 progetti del 2020, la sua diffusione si è progressivamente ridotta ai 67 del 2022. Questo genere di progetti ricorre alla tecnologia Blockchain per efficientare i processi organizzativi e gestionali, come l’accesso e la condivisione dei dati, la trasparenza e l’immutabilità delle informazioni o l’utilizzo degli smart contract.

La battuta d’arresto delle applicazioni di blockchain for business è rappresentata dalla conclusione di progetti come quelli di B3i, in ambito insurance, e Tradelens, per la tracciabilità dei documenti nel settore dei trasporti. La conclusione che ne trae il report dell’Osservatorio è che la criticità non sia tanto nella tecnologia quanto nella sfida di portare l’innovazione a livello di ecosistema con ricadute incerte sula sostenibilità economica e sulle prospettive di evoluzione economica e di benefici forniti dai distributed ledger privati e permissioned.

Internet of Value

L’Internet of Value è il secondo ambito di applicazione per diffusione. Circa il 28% dei progetti rientra in questa categoria, la cui progressione è in chiaro trend di crescita: dagli 11 progetti del 2016 si è passati ai 39 del 2020, fino ai 100 del 2022. Il dato YoY è impressionante: dal 2021 al 2022 le applicazioni in Internet of Value sono pressoché raddoppiate. Un chiaro segno del trend in atto e del cambio di paradigma.

Questo ambito di applicazione comprende tutte quelle criptovalute utilizzate come scambio di valore, con 59 delle 100 principali banche mondiali per AUM che hanno attivato almeno un progetto connesso all’impiego di stablecoin, CBDC (Central Banks Digital Currency, le valute digitali emesse dalle banche centrali), o ai servizi di custodia e investimento in criptovalute. All’attività bancaria si è affiancata una maggiore accettazione dei pagamenti in criptovalute da parte di aziende tradizionali, tra cui grandi nomi come Google, Gucci, McDonald’s ed Emirates Airlines.

Prosegue anche l’interesse delle banche centrali per le CBDC, con l’euro digitale in piena fase di studio da parte della BCE sui casi d’uso per i pagamenti e i trasferimenti P2P. la roadmap rimane ancora incerta, soprattutto in merito agli strumenti che potrebbero essere autorizzati per l’utilizzo nel Web3. Quello che rileva notare è che questi sviluppi sono legati a doppio filo alla normativa in materia, che con l’approvazione della regolamentazione sui mercati dei cripto asset (MiCar)fornisce un framework europeo comune per emittenti e prestatori di servizi. In Italia, alla MiCar si affianca il registro OAM, che recensisce tutti i prestatori di servizi per valute digitali e la definizione delle criptovalute come attività finanziarie nella legge di bilancio 2023, con relative indicazioni fiscali.

Internet decentralizzato

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L'internet decentralizzato è la vera sorpresa dell’ultimo biennio. Nel complesso, questi progetti non superano il 18% del totale, ma la vera novità la si nota se si osserva il trend di crescita annuale: iniziata con sue soli progetti nel 2017, la Decentralized Web è quasi raddoppiata negli ultimi due anni, passando dalle 56 applicazioni alle 111 del 2022, segnando il maggior incremento YoY tra tutte le categorie negli anni osservati.

Questi sono i progetti che comprendono lo sviluppo di applicazioni decentralizzate (DApp) e iniziative connesse agli NFT che tendono al paradigma Web3, un’evoluzione della rete internet che prevede, dopo la possibilità di fruire passivamente dei contenuti (Web1, read only) e di crearli da parte degli utenti (Web2, read & write), quella di possedere e trasferire valore su internet (Web3, read-write-own) grazie all’infrastruttura blockchain e alle estensioni in wallet.

Si è osservata una maturazione delle finalità di creazione degli NFT, integrati in una strategia di business che coniuga il possesso dei collectible digitali all’accesso ai servizi esclusivi o a esperienze nel metaverso. Emblematico in questo senso che main players nel settore fashion, come Dolce & Gabbana, Nike e Gucci abbiano varato progetti di NFT.

Agli NFT si sono aggiunte le DAO, le organizzazioni autonome decentralizzate in grado di operare secondo regole preimpostate, e i sistemi di governance distribuita, anche se tutt’ora, questi modelli rimangono limitati alle applicazioni decentralizzate (DApp) più evolute come quelle della finanza decentralizzata (DeFi).

Il futuro sviluppo di NFT, DApp e DAO sarà fortemente indirizzato dai futuri sviluppi della normativa ad hoc: in assenza di una regolamentazione prevista dalla MiCar si attendono indicazioni da parte da enti quali l’EBA e l’ESMA e dalla Commissione Europea, che dovrebbe produrre un report sulla finanza decentralizzata, più avanti nel 2023.

ETH arriva la Proof of Stake

Il 2022 ha anche introdotto una notevole innovazione in tema di risparmio energetico e di scalabilità. Ethereum (ETH) ha completato l’attesa transizione dalla Proof of Work, il meccanismo di consenso basato sulle capacità di calcolo dei validatori, alla Proof of Stake, che concede la facoltà di validare un blocco in base alla quantità di criptovalute detenute singolarmente o in pool. Questa transizione è sostanziale, perché permette una riduzione del 99% dell’energia consumata dai miner. Il fatto che sia stata la seconda criptovaluta, con una dominance di quasi il 19% rispetto al 42% del Bitcoin, potrebbe rappresentate un esempio valido per altre Blockchain.

Mercato italiano & piattaforme

Il mercato italiano ha seguito un percorso di crescita nel 2022, con un aumento del 50% degli investimenti, arrivati a 42 milioni di euro, capeggiato dai settori finanziario e assicurativo, con un peso del 36% sul totale. Anche qui, la nota di interesse è rappresentata dai settori followers, presenti nel settore retail e moda, che grazie ai numerosi progetti di NFT e collectible digitali arrivano a pesare il 23% del totale. Posto d’onore per Automotive e Pubblica amministrazione, rispettivamente al 10% e al 7%.

Si è anche consolidato un trend di diffusione tra la popolazione, con una platea di 7 milioni di persone che hanno acquistato criptovalute o token, con altrettanti che dichiarano l’intenzione a farlo. In cima alle preferenze sui metodi di acquisto si confermano gli exchange, con il 40% degli utilizzi, seguiti dagli ATM di criptovalute, con il 19%, e dai servizi di acquisto diretto in wallet, al 18%. Oltre il 52% degli italiani ha fatto ricorso ai trading finanziari tradizionali o alla propria banca per ottenere criptovalute e token.

Quest’ultimo comportamento d’acquisto, e l’allargamento della base di utenti possono costituire un’importante occasione per gli operatori finanziari tradizionali: se riusciranno a coniugare l’affidabilità percepita dai clienti con la facilità di acquisto, saranno in grado di porsi come intermediari per il grande pubblico e sopperire ai limiti della user experience che restringono ad entusiasti e addetti ai lavori la fruizione completa delle forme di investimento in cripto asset. A livello di exchange, si confermano anche in Italia i tre principali, quali Coinbase, Crypto e Binance.

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Fabrizio Pagni

Mi occupo di divulgazione economica. Scrivo di eLearning, finanza e Startup. Curo il blog aziendale di una TLC innovativa. Progetto podcast e giochi da tavola. Le interviste sono la mia specialità: quando sono fatte bene viene fuori la passione che anima le persone. Adoro trattare temi complessi: è quando riesci a spiegarli che sai di averli capiti.