Partita IVA per e-commerce: una guida per iniziare

Vorresti lanciarti nel mondo del commercio elettronico ma non sai come iniziare? Ecco una guida per muovere i primi passi ed avviare il tuo business online!

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Oggi vogliamo analizzare l’iter necessario per aprire una Partita IVA per e-commerce, soffermandoci su tutti i passaggi richiesti dalla legislazione vigente in materia di commercio elettronico e sui costi che ne derivano.

Di questi tempi, sempre più persone decidono di investire proprio nel campo dell’e-commerce, poiché attratte dalle interessanti prospettive di guadagno e dalla maggiore facilità nell’avviare un negozio virtuale, rispetto ad uno “fisico”.

Difatti, nonostante il biennio 2020/2021 abbia portato risultati deludenti per vari settori economici – vedi, tra i tanti, il turismo, la ristorazione o i grandi eventi – il comparto dello shopping online sembra puntare verso la direzione opposta.

Il fenomeno non riguarda soltanto i “big” del mercato, come il colosso Amazon, ma anche tantissime imprese di piccole e medie dimensioni.

Secondo alcuni osservatori, infatti, il giro di affari legato alle vendite online è destinato ad aumentare, a prescindere da fattori come le categorie dei prodotti o la fascia di prezzo.

Dunque, se sei intenzionato ad aprire un negozio online e vorresti approfittare di questo momento favorevole, allora la nostra guida fa esattamente al caso tuo: qui troverai informazioni chiare e complete su come ottenere la tua Partita IVA per e-commerce ed iniziare la tua avventura da imprenditore digitale!

Commercio online: cosa dice la legge?

negozio online e commerce

In Italia il settore del commercio online è stato regolamentato a fine anni Novanta, specificamente con il “Decreto Bersani” (o D.Lgs. n.114) del 1998.

L’art. 21 del presente Decreto inserisce il settore dell’e-commerce nella più ampia categoria della “vendita a distanza”, assoggettando, di fatto, questo tipo di operazioni alla medesima disciplina fiscale – quella del commercio in generale. Inoltre, la norma non fa alcuna differenza tra vendita diretta (ovvero tramite il proprio sito) o indiretta (tramite un marketplace terzo) di prodotti.

Vendita online di prodotti: serve la Partita IVA?

In tanti, prima di avviare un’attività nel ramo delle vendite online, si domandano se sia necessario aprire una Partita IVA per l’e-commerce e, qualora la risposta fosse “sì”, quale sarebbe l’iter burocratico da seguire.

Cominciamo, quindi, dalla prima questione: è possibile effettuare delle vendite di prodotti senza essere titolari di Partita IVA, purché si tratti di operazioni sporadiche e non di un’attività commerciale stabile, portata avanti con regolarità.

Se, invece, intendi proporre la tua collezione di accessori moda, arredi per la casa o bijoux artigianali su Etsy, affidarti ad Amazon, Aliexpress o ad un altro marketplace per commercializzare vari articoli, mettere in piedi un business in modalità “dropshipping” o aprire un negozio online a tutti gli effetti, con un sito-vetrina da te gestito e, magari, anche una pagina social a tuo nome, allora la Partita IVA per e-commerce è qualcosa di cui non puoi assolutamente fare a meno. Dunque, come bisogna procedere per fare tutto in piena regola?

Come aprire Partita IVA per l'e-commerce?

commercialista

Riprendendo quanto detto in precedenza, la vendita online di prodotti è, per legge, un’attività che appartiene al più vasto settore del commercio.

Di conseguenza, chiunque intenda aprire una Partita IVA per l’e-commerce, sarà inquadrato non come libero professionista, ma come ditta individuale. Dovrà, quindi, ricorrere ad una particolare procedura chiamata ComUnica. Scopriamo insieme di che si tratta.

ComUnica e SCIA Comunale

Per avviare un’attività commerciale è necessario presentare una pratica telematica nota come “ComUnica”, che assolve alle seguenti funzioni:

  • aprire ed iscrivere la ditta al Registro delle Imprese;
  • iscrivere la ditta al REA della Camera di Commercio;
  • aprire posizione presso la Gestione Commercianti INPS;
  • attivare la P. IVA, indicare Codice ATECO e regime fiscale.

L’iscrizione alla Camera di Commercio, e in generale l’invio della ComUnica, ha un costo che si aggira intorno ai 100-150€.

Troppo spesso, però, si finisce per spendere cifre ben più elevate, per via delle tariffe applicate dalla maggior parte degli intermediari: si va da un minimo di 300 o 400€, per arrivare anche a 1.000€ ed oltre, soprattutto nelle grandi città ed in determinate zone d’Italia.

Aggiungiamo, poi, il prezzo richiesto per la SCIA Comunale, indispensabile per dare inizio all’attività di vendita online, da presentare presso gli uffici SUAP.

Oggi, però, esiste un’alternativa valida e, soprattutto, economica per aprire Partita IVA per l’e-commerce tramite la ComUnica, ma senza essere costretti a pagare cifre esorbitanti per il supporto di un esperto: il consulente telematico.

Grazie a questo nuovo genere di servizi, è possibile ricevere assistenza sia per l’attivazione della Partita IVA per e-commerce, inclusa la definizione di tutti i dettagli (es. Codice ATECO, regime fiscale, ecc.), sia per il disbrigo di altri adempimenti, come la SCIA Comunale, mantenendo basse le spese iniziali.