La fatturazione elettronica verso la PA in Europa: casi pratici

L’Italia, paese pioniere per l'e-invoicing. Siamo stati tra i primi in EU ad introdurre l’obbligo della fatturazione elettronica con la Pubblica Amministrazione.

finom fatturazione elettronica

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Come abbiamo già specificato in alcuni articoli precedenti, l’Italia è il Paese che per primo in ambito europeo si è mosso per applicare l’obbligo di Fatturazione Elettronica nei rapporti tra soggetti privati, ma per quanto riguarda i rapporti tra aziende (di qualsiasi dimensione) e Pubblica Amministrazione, già la Finanziaria del 2008 aveva stabilito l’obbligo di fatturazione elettronica.

Da aprile 2020 l’obbligo di fatturazione elettronica B2G (ossia Business to Government) è in vigore in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea: tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali europee devono essere in grado di ricevere ed elaborare fatture nel formato europeo.

Ancora oggi l’armonizzazione della normativa europea in tema di fatturazione elettronica risulta essere disomogenea; l’unica certezza è che ricorrere a un sistema di fatturazione elettronica significa poter contrastare l’evasione fiscale.

Da qui ne discende che i Paesi che più insistono sulla sua introduzione nei rapporti con la PA (ma anche tra privati) sono quelli in cui si registrano i maggiori tassi di evasione. Ed è per questo che fra i Paesi che spingono con maggior forza per la sua implementazione ci sono quelli con i maggiori tassi di evasione.

Al di là di queste criticità di natura normativa, l’e-Invoicing in Europa ha favorito un mercato accessibile, trasparente e più allettante in cui sviluppare un'attività e soprattutto ha aperto opportunità commerciali all'interno e all'esterno delle frontiere comunitarie.

A che punto è la Fattura Elettronica nel settore pubblico europeo? Quali Paesi hanno raggiunto tale obiettivo? Con quale modello di fatturazione operano? A queste domande cercheremo di dare risposta nel corso di questo articolo.

La direttiva 2014/55 e lo standard PEPPOL

L'uso esteso della fattura elettronica in Europa favorisce le transazioni transfrontaliere. A tale scopo è stato necessario superare molti ostacoli, dovuti alla grande quantità di norme tecniche e requisiti legali specifici per ognuno dei Paesi dell’area UE.

L'omogeneizzazione del sistema è stata gradualmente ottenuta grazie all'approvazione della Direttiva 2014/55 (meglio conosciuta come “Direttiva IVA”) emanata ad aprile 2014 e all'implementazione nel 2017 di uno standard europeo, il cosiddetto PEPPOL, finalizzato alla rimozione degli ostacoli derivanti dalla coesistenza di differenti requisiti legali e dalla mancanza di interoperabilità negli scambi transfrontalieri e trans-settoriali.

Il recepimento della direttiva europa nei singoli Stati membri ha presupposto per le Pubbliche Amministrazioni aggiudicatrici di appalti (quali le amministrazioni statali, gli enti pubblici territoriali e altri soggetti ex art.3 del Codice degli Appalti pubblici) l’obbligo di poter ricevere ed elaborare fatture elettroniche conformi alla normativa europea e alle sintassi approvate dalla Commissione europea.

Il calendario iniziale per l'introduzione obbligatoria della fattura elettronica stabiliva che gli stati membri dell’Unione Europea dovevano implementare la Fattura Elettronica europea tra il Settore Pubblico e i suoi fornitori prima del 18 aprile 2019. Prevedeva, inoltre, una proroga di un anno per le amministrazioni non centrali. A oggi, l'introduzione obbligatoria della Fattura Elettronica nell'Unione Europea in ambito B2G è giunta a compimento, con poche eccezioni, per esempio il Portogallo. La crisi del COVID-19 ha spostato tale processo fino al 31 dicembre 2020 per le grandi aziende, e fino al 31 dicembre 2021 per le microimprese.

Se ora ci focalizziamo su un altro elemento essenziale alla base della fatturazione elettronica UE, ossia sullo standard PEPPOL, dobbiamo evidenziare che questo garantisce anche l'interoperabilità, poiché facilita gli appalti pubblici tra aziende e amministrazioni, a prescindere dalla loro posizione o dai sistemi di cui si servono. Tale standard comune si sta rivelando fondamentale per lo sviluppo dell’e-Procurement transfrontaliero e si è sviluppato soprattutto nell'ambito della sanità pubblica. PEPPOL è attualmente operativo in molti Paesi Europei, tra cui Regno Unito, Francia, Norvegia, Olanda, Austria, Italia e Belgio.

Modelli di Fatturazione Elettronica B2G Paese per Paese

Senza dubbio, la Fattura Elettronica ha comportato il miglioramento delle transazioni commerciali, ha abbattuto barriere e ha offerto maggiori opportunità di business alle imprese, che possono così operare in un mercato unico e partecipare ad appalti pubblici con minori difficoltà.

Tuttavia, per accedere agli appalti pubblici in Europa, continua a essere fondamentale conoscere i modelli di Fatturazione Elettronica e le specificità di ogni Paese.

mappa europa

Fonte: Commisisone europea (link)

Per esempio, se un'azienda farmaceutica spagnola desidera partecipare a un appalto pubblico per la fornitura di un determinato medicinale alla sanità tedesca in ambito nazionale, dovrà accedere al portale centrale Zentrales Rechnungseingangsportal des Bundes ZRE per spedire la fattura; dovrà utilizzare i formati XRechnung o ZUGFeRD; non sarà obbligata ad avere la firma elettronica e sarà tenuta a conservare la fattura almeno per 10 anni.

Se volesse offrire questo stesso servizio in Olanda, la Fattura Elettronica dovrà rispettare il modello PEPPOL. La piattaforma centrale per il ricevimento di Fatture Elettroniche si chiama DIGIPOORT, anch'essa connessa alla rete PEPPOL. Il formato impiegato è il SI-UBL2.0 e la fattura dovrà essere conservata per 7 anni.

Nel caso di un contratto con la Pubblica Amministrazione italiana, dovrà emettere la FatturaPA (così viene chiamata la e-Invoice in Italia) e trasmetterla al SdI (Sistema di Interscambio); la firma elettronica sarà obbligatoria e per la conservazione della fattura dovrà applicare ai documenti processi aggiuntivi come la firma elettronica e la marcatura temporale, in base alle norme definite per la Conservazione Elettronica.

Altre specifiche da tenere in considerazione sono ad esempio i meccanismi di applicazione della firma elettronica, i formati consentiti (es. PEPPOL, o formati nazionali adattati ai requisiti della Direttiva Europea), i periodi di archiviazione stabiliti per la sua conservazione, i requisiti per le procedure amministrative preliminari prima dell'emissione della fattura, nonché le modalità di accesso al portale elettronico che consente l’e-Invoicing all'organismo pubblico che gestisce l'appalto.

Insomma, se è possibile notare una convergenza d’intenti, c’è ancora molto da fare per raggiungere un’omogeneità di strumenti per operare in questo settore...che sia un vantaggio competitivo per gli operatori italiani con già molta esperienza rispetto ai colleghi delle altre nazioni europee?

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