Intervista a Laura Oliva di Ekuota. La centralità della tesoreria e la chance della tecnologia.

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Alcuni dei servizi finanziari presenti su Fintastico ci sono stati segnalati dai nostri partner che ci compensano.

La valutazione di Fintastico deriva dalla media ponderata delle valutazioni provenienti da Trustpilot, App Store, Google Play store

Abbiamo intervistato Laura Oliva, CEO di eKuota.

Che cosa fa eKuota?

Il nostro mercato di riferimento è fatto da aziende che in un modo o nell'altro, subiscono gli effetti di ciò che avviene sui mercati internazionali dei cambi, delle commodities, ecc. Detto questo - scusate l'ossimoro - abbiamo fatto una "complessa semplificazione". Abbiamo realizzato una piattaforma online, che mette direttamente nelle mani dell'imprenditore o del CFO, tutti gli strumenti più avanzati per misurare i rischi finanziari a cui è esposto, per decidere la strategia e gestire tale esposizione. In definitiva, forniamo strumenti nuovi per proteggere i loro profitti e i loro risultati. I "fintech tools" di Ekuota permettono di prendere decisioni consapevoli, di migliorare e monitorare la gestione finanziaria, di ridurre i costi, senza bisogno di essere trader navigati o esperti di mercati finanziari o delle materie prime. In estrema sintesi, abbiamo inventato un processo di "democratizzazione della finanza d'impresa". 

A chi si rivolge la vostra offerta?

I rischi che sovrastano le aziende sono indipendenti dalla loro bravura nel fare il loro mestiere, quindi abbiamo immaginato come rendere disponibili (e facili da usare) gli stessi strumenti usati dai grandi o dalle istituzioni finanziarie. In Italia, ci sono circa 20mila aziende che hanno perdite di bilancio, che non derivano dalla loro capacità di fare impresa. Derivano invece dalle fluttuazioni sui mercati delle materie prime, dei tassi di interesse o delle valute. Per esempio, un cambio "sbagliato", tra euro e dollaro o un'errata previsione del prezzo dell'alluminio, possono ridurre i profitti, se non addirittura azzerarli. Tutto ciò indipendentemente dalle performance commerciali dell'azienda e dalla bontà dei suoi prodotti. 

Come si articola la vostra offerta?

La nostra piattaforma seppure "democratica", si rivolge a una platea di operatori di medio/alto livello, in due diversi campi. In un primo tempo ci siamo rivolti solamente alle aziende. In un secondo momento, grazie alla nostra collaborazione con SpeedMeUp e SDA Bocconi, ci siamo confrontati con docenti, aziende e operatori di risk management. Lì abbiamo realizzato che esisteva un altro potenziale mercato: le banche o gli istituti finanziari. Quando hanno visto la nostra piattaforma, hanno avuto una reazione che il team ha ribattezzata "Effetto Wow"! Ora siamo in trattativa con diversi grandi operatori per fornire il nostro servizio ai loro clienti-azienda.

Ekuota collabora non solo con piccole e medie imprese ma anche con imprese quotate in Borsa. Quali vantaggi riuscite a generare anche per questo tipo di imprese? Perché decidono di lavorare con voi?

In generale, Ekuota rafforza le aziende nel processo di crescita internazionale. Abbiamo fornito loro una toolbox che prima non avevano: strumenti fintech di immediato utilizzo e di provata efficacia scientifica. Un vantaggio che prima non avevano PMI, grandi o quotate che fossero. Ora sono in grado di prendere decisioni più consapevoli, rispetto a potenziali rischi finanziari. Ovviamente maggiore è la taglia dimensionale delle aziende, maggiori sono i potenziali vantaggi. I nostri servizi minimizzano i costi della gestione finanziaria e accrescono il controllo sul budget e sui margini di tesoreria. Consentono di individuare scenari futuri e di prendere decisioni efficaci con risultati tangibili. 

Quanto è importante la tua esperienza pregressa nel ambito della finanza tradizionale per il successo della vostra soluzione tecnologica a supporto delle decisioni dei direttori finanziari?

Molti membri del nostro team provengono da grandi banche, nelle quali - a vario titolo - si sono occupati di gestione dei rischi finanziari d'impresa, per conto di grandi clienti come Telecom, Eni, Pirelli, Terna, ecc. Le nostre competenze specifiche ci permettono dunque di interagire sia con realtà più piccole, ma anche con  clienti di dimensioni più rilevanti. Comunque sia, in entrambi i casi, queste imprese sono la colonna portante del tessuto industriale italiano ed europeo. I loro manager sono molto bravi nella gestione del rischio di impresa, ma non si può pretendere che siano anche esperti di mercati finanziari. Dunque i nostri clienti hanno le stesse identiche esigenze dei colossi che citavo prima: valutare con precisione i rischi finanziari a cui i loro bilanci sono esposti. La nostra "complessa semplificazione" fornisce nuovi strumenti, ma il tema è sempre lo stesso: conoscere i rischi e gestirli. 

È possibile quantificare il risparmio medio che una azienda ottiene utilizzando il vostro servizio?

Certamente! Secondo l'Istat, in Italia ci sono circa 35 mila imprese che esportano in aree valutarie fuori dalla zona Euro. Nel solo 2015, queste imprese hanno riportato a bilancio perdite su cambi per un importo complessivo di 2,6 miliardi di Euro. Vale a dire una media di circa 74 mila Euro ciascuna. È un valore considerevole, sopratutto perché in alcuni casi conduce a perdite nel conto economico. Prendiamo ad esempio le esportazioni o le importazioni dagli USA. Nell'arco dell'anno, la fluttuazione del cambio €/US$ può generare un rischi di circa 15 mila per ogni 100 mila Euro. Proteggere i margini industriali dall'erosione delle fluttuazioni di cambio è quindi un obiettivo essenziale per ogni azienda che opera sui mercati internazionali.

Quali altre tipologie di servizi fintech consideri essenziali per l'ottimizzazione finanziaria di una azienda italiana?

Il fintech a servizio delle aziende sta avendo un interessantissima evoluzione, che porta vantaggi in tutte le aree di business dell'impresa. Penso ad esempio alle applicazioni della blockchain per il procurement, oppure a tutte le soluzioni di finanziamento della supply chain. Tuttavia se dovessi indicarne una tra tutte, sceglierei proprio la valutazione dei rischi. Ogni CFO dovrebbe avere sul proprio cruscotto la valutazione dei rischi di credito di clienti, fornitori e partner. In chiave competitività, e sopratutto in prospettiva, è un tema molto caldo. 

Vi considerate un concorrente delle banche?

No. Ekuota non fornisce servizi finanziari, non abbiamo servizi che competono con quelli forniti dalle banche. Anzi, come ho già avuto modo di dire credo che esiste una certa complementarietà.

Quali sono i maggiori rischi finanziari per un'azienda italiana?

La maggior parte delle aziende nazionali è esposta al rischio delle fluttuazioni del dollaro americano. Sia in termini di export che di import. Se poi consideriamo che le quotazioni delle principali materie prime (per esempio i metalli) sono espressi proprio in dollari, va da sé che sussiste un rischio forte per le aziende manifatturiere

Come è composto il team di Ekuota?

Quando ci siamo presentati al mercato, abbiamo definito il nostro team come un'eccellente melting pot di professionalità, diverse e complementari. I sei membri originari hanno tutti elevate competenze specifiche: esperti di mercati finanziari, risk management e gestioni quantitative; specialisti di architetture software per istituzioni finanziarie; professionisti nel campo del marketing e della comunicazione. Recentemente ai soci fondatori, si sono aggiunti due nuovi partner specializzati nella data science e nel marketing B2B. Infine, recentemente, un'azienda cliente e un business angel sono recentemente entrati a far parte della nostra famiglia. Per il futuro pensiamo a collaborazioni con altre fintech. Per usare una parola un po' abusata ma efficace, crediamo nelle sinergie: attività complementari e diverse ma destinate agli stessi clienti. Pensiamo che poter approcciare il mercato con un'offerta "organica" sia una win-win solution. Non posso anticipare nulla, ma stiamo lavorando in questa direzione.