Blockchain e Web3: verso una maturazione della tecnologia

L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha presentato i dati dell’ 8° report su Blockchain & Web3| Fintastico.com

Blockchain e Web3 verso una maturazione della tecnologia

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Il 2023 si conferma un anno di maturazione per l’universo blockchain. Il report dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano ha riepilogato i principali avvenimenti e i trend in atto, con un interesse particolare per il Web3 come prossima evoluzione della rete internet.

Progetti, trend e tecnologie

Anno di maturazione per web3 e blockchain, il 2023. Senza i clamori mediatici dell’anno precedente e senza le montagne russe della speculazione. Le quotazioni delle criptovalute hanno ripreso a crescere: un +110% rispetto a fine 2022, complice l’avvicinarsi dell’Halving del Bitcoin nella prossima primavera, il momento in cui il premio per i minatori si dimezza. Di solito, ogni quattro anni questo stimola periodi di forte rialzo.

Più delle quotazioni, sono gli oltre tre milioni di utenti giornalieri che utilizzano le DApp, le applicazioni decentralizzate per le criptovalute, ad essere un segnale incoraggiante. Un aumento del 75% rispetto al 2022. L’interesse, dal lato dei consumatori c’è. Ora è il momento per le imprese di aumentare la proposta di soluzioni e ambiti di applicazione.

Nel mondo, i progetti sul Web3 hanno continuato la loro crescita. Nel 2023 sono stati 297 i nuovi programmi. L’anno precedente erano 249. Nel 2016, solo 32. Tre le categorie in cui si possono suddividere i mille e trecento progetti totali: Internet of Value, che rappresenta poco più della metà, Blockchain for Business, quasi un terzo, e Decentralized Web, con il venti percento del totale.

Internet of Value

L’Internet of Value, comprende quelle applicazioni che permettono di scambiare valore in maniera decentralizzata. Con queste soluzioni è possibile effettuare transazioni in criptovalute e Central Bank Digital Coin (CBDC), le monete virtuali promosse dalle banche centrali. In ambito bancario, 63 delle 100 principali delle banche mondiali ha varato un progetto connesso alla custodia o l’investimento in criptovalute, l’utilizzo di stablecoin, le criptovalute con un valore ancorato a una moneta fiat o un bene materiale, o CBDC.

In ambito europeo, l’introduzione della MiCar ha contribuito alla definizione di “operatori di valute virtuali”. Mille e trecento in Europa, di cui 131 in Italia. A questi si aggiungono i progetti per realizzare stablecoin ancorate all’euro. Il punto interessante è la convergenza di questi progetti con le applicazioni Web3, che permetterebbero di regolare internamente i servizi forniti nel web decentralizzato. Sociéeté Générale e DWS sono due dei nomi che hanno in cantiere progetti di stablecoin istituzionali, in anticipo sul lancio dell’Euro Digitale da parte della BCE.

Passato nella fase di preparazione da novembre 2023, l’Euro Digitale è uno dei 94 progetti di CBDC delle banche centrali. Quasi la metà di questi è in fase di sperimentazione. Questi progetti promettono di ridurre significativamente tempi e costi nei processi finanziari, oltre a stimolare innovazioni connesse al web decentralizzato. I CBDC si prestano anche all’utilizzo di piattaforme blockchain in grado di operare con gli Smart Contract, contratti basati su protocolli informatici in grado di automatizzare processi e accordi. Ad oggi non risulta il ricorso alla tecnologia DLT, quella della blockchain, come base per l’Euro Digitale.

Blockchain for business

Con Blockchain for business due o più aziende registrano i loro scambi in registri condivisi, senza ricorrere a intermediari. Questa tecnologia può essere applicata alla finanza come alla logistica, permettendo una maggiore tracciabilità e integrità dei dati. Attraverso token e Smart Contract i progetti blockchain for business puntano ad ottimizzare i processi aziendali. Nel 2023 questi hanno avuto un incremento del 58%, con un totale di 106 progetti attivi. La battuta di arresto di progetti come TradeLens e B31 nel 2022 non sembra aver avuto effetti su questo trend, né lo hanno avuto le peggiorate condizioni macroeconomiche, anche se progetti come Contour e Marco Polo sono stati chiusi dopo una raccolta fondi insufficiente.

I progetti di tokenizzazione per innovare processi aziendali sono quelli che hanno trascinato la crescita. La rappresentazione digitale di asset, servizi o diritti sulla blockchain, in particolare nel settore finanziario, è quella che ha generato maggiori efficienze e nuovi ruoli di mercato. Attori come Mediobanca e Crédit Agricole Italia hanno emesso token di obbligazioni, NPL o quote di fondi. Nuovi marketplace digitali sono stati avviati dal London Stock Exchange Group e dalla Borsa di Stoccarda. Infine, JP Morgan e USB hanno sviluppato piattaforme di tokenizzazione come il Tokeinized Collateral Network e Tokenize.

Web3

Il Decentralized Web, o Web3, è una versione di Internet in cui dati e applicazioni sono decentrati in modo che nessun’impresa possa controllarne l’uso. Questi progetti si basano sull’uso della blockchain, che funge da piattaforma tecnologica per sviluppare servizi innovativi, come le applicazioni decentralizzate (DApp) o i Non-Fungible Token (NFT), gettoni che rappresentano un’unità di valore unica. Novantasei i nuovi progetti nel 2023.

A differenza degli anni precedenti, gli NFT hanno subito una trasformazione: dall’ambito collectibile, la rappresentazione di beni da collezione spesso prodotti da marchi o personaggi famosi, si sono evoluti in iniziative più evolute, come quelle di customer loyalty. Questi strumenti si dimostrano utili ai brand importanti per fidelizzare i clienti con servizi ad hoc. Un altro caso di applicazione degli NFT è stato quello del token-gating, per controllare l’accesso a servizi e contenuti, offrire promozioni e prodotti in esclusiva e creare nuove community online. Un esempio su tutti, quello delle playlist token-gated di Spotify, riservate esclusivamente ai possessori di specifici NFT.

Lo sviluppo dei progetti NFT potrebbe costituire la base per le Decentralized Autonomous Organization (DAO), comunità online il cui accesso è garantito da token non fungibili. I casi attuali di DAO sono per lo più rappresentati da Exchange decentralizzati, come Uniswap, in cui gli utenti possono scambiare criptovalute. Tuttavia, il meccanismo di voto, concesso ai membri in possesso degli NFT rende le DAO degli strumenti interessanti per il coinvolgimento degli utenti e l’interazione coi brand.

Nel complesso, lo sviluppo del Web3 è un processo di lungo periodo, verso il quale possono convergere i progetti di Internet of Value, Blockchain for business e di decentralizzazione del web.

La normativa sulla tecnologia blockchain

Il quadro normativo Comunitario si è ampliato con l’introduzione della Market in Crypto Asset Regulation (MiCar), la proposta di regolamentazione per il mercato delle criptovalute all’interno dell’Unione Europea. Approvato dal Parlamento Europeo ad aprile, il testo è attualmente in fase di consultazione.

Obiettivo della MiCar è quello di tutelare gli investitori e armonizzare per gli Stati membri la normativa sui servizi connessi alle criptovalute. Il regolamento si applica agli emittenti e ai soggetti che propongono attività connesse. Si distinguono tre tipologie di cripto-attività. Gli Asset-Referenced Token (ART), come Tether (USDT) o USD Coin, sono i token che rappresentano un valore stabile e sono collegati ad asset come monete fiat o beni fisici. Gli E-Money Token (EMT), sono i token di moneta elettronica impiegati per effettuare pagamenti. Infine, gli Utility Token, sono gettoni che permettono l’uso di prodotti o servizi su una piattaforma. Per ciascuna categoria sono stabilite precise regole.

Per gli operatori, la MiCar prevede obblighi di trasparenza e di corretta informazione sui servizi rivolti al pubblico. Sono previsti requisiti per l’autorizzazione e la vigilanza sul loro operato.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale a giugno 2023, il Regolamento 2023/1114 MiCar avrà piena applicazione dal 30 dicembre 2024. Per i soli Asset-Referenced Token e gli E-Money Token, le previsioni saranno applicabili dal 30 giugno 2024.

In Italia, alla MiCar si affiancano il registro OAM, che recensisce tutti i prestatori di servizi per valute digitali e la definizione delle criptovalute come attività finanziarie nella legge di bilancio 2023, con relative indicazioni fiscali.

Web3: i progetti in Italia e gli sviluppi futuri

Lo scenario italiano è influenzato dall’evolversi della normativa nazionale. La legge di Bilancio 2023 ha definito il regime fiscale specifico e per la regolarizzazione dei patrimoni in criptovalute non dichiarati in precedenza. Il Decreto Fintech ha introdotto misure per l’emissione e la circolazione di strumenti finanziari digitali, in accordo al DLT Pilot Regime, il regolamento europeo che disciplina la circolazione degli strumenti finanziari in formato digitale attraverso un regime sperimentale temporaneo. Per favorire il campo fintech sono state apportate delle semplificazioni. Le tecnologie dei registri distribuiti (DLT) sono considerate all’interno del Decreto Made in Italy, che intende favorire la tracciabilità dei prodotti e la valorizzazione della filiera produttiva. In questo ambito è stato creato un apposito catalogno nazionale per le soluzioni blockchain.

Il 2023 è stato un anno di sostanziale stabilità per il mercato italiano. Gli investimenti in progetti Web3 sono scesi a 38 milioni di euro, un meno 10% dai 42 dell’anno precedente ma sostanzialmente superiore alle cifre anni precedenti, che si aggiravano attorno ai 28 milioni di euro. calo, sì; ma tenuta sostanziale. Il dato interessante è il cambio di approccio: dal lancio immediato di progetti di piccola entità, a iniziative e prototipi di maggiore dimensione.

Finanza e assicurazioni guidano l’innovazione, con il 39% degli investimenti totali. Interessante la presenza della Pubblica Amministrazione, al secondo posto con il 14%. In crescita l’agrifood, al 10%, e in calo moda e lusso, che scendono al 7%.

Oltre 3,6 milioni di italiani hanno dichiarato di possedere criptovalute o token, ottenuti in prevalenza tramite Exchange di criptovalute (32% dei possessori) e tramite wallet con acquisto diretto (17%). La quota maggiore, pari al 38% dichiara di aver fatto ricorso a servizi di trading tradizionali e ad applicazioni bancarie: segno questo che criptovalute e NFT hanno trovato diffusione anche tra un pubblico meno propenso alle novità tecnologiche rispetto agli anni precedenti. Coinbase e Binance si confermano gli Exchange preferiti per conservare le criptovalute, anche se in calo rispetto al 55% dell’anno precedente. la minor fiducia potrebbe spiegarsi con una maggior attenzione verso la sicurezza, come confermerebbe l’aumento degli utenti che detengono criptovalute o token su app bancarie e servizi di trading generici. Più ridotta l’adozione di NFT, per lo più connessi ai giochi play-to-earn e alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi).

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Fabrizio Pagni

Mi occupo di divulgazione economica. Scrivo di eLearning, finanza e Startup. Curo il blog aziendale di una TLC innovativa. Progetto podcast e giochi da tavola. Le interviste sono la mia specialità: quando sono fatte bene viene fuori la passione che anima le persone. Adoro trattare temi complessi: è quando riesci a spiegarli che sai di averli capiti.