Presente e futuro dell'open banking verso l'open finance al CRIF Finance Meeting 2021

L’osservatorio privilegiato di CRIF permette di avere una panoramica completa delle opportunità offerte dalla PSD2 e di conoscere le nuove tendenze.

CRIF Finance Meeting 2021

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Open banking, croce e delizia: le opportunità offerte dalla PSD2 per i player finanziari di far evolvere la user experience dei propri clienti e di acquisirne di nuovi o, ancora, di offrire servizi innovativi sfruttando l'expertise di fintech e nuovi attori si scontrano in molti casi con la mancanza di strumenti e tecnologie ad hoc per interpretare dati non strutturati, costruire KPI e insight e ottenere customer journey, veloci, smart e sicure. L'ampia esperienza e le analisi quali-quantitative di CRIF (azienda globale inclusa nella IDC FinTech Rankings Top 100 e che nel 2019 ha completato la sua copertura come AISP in 31 paesi europei) consentono di delineare lo scenario di mercato.

La prima barriera è il consenso

Perché è importante investire nella user experience e dotarsi di una tecnologia aperta e collaborativa, di servizi digitali e di dati e analytics efficaci? La risposta arriva già dalle percentuali di consenso di utilizzo dei propri dati di conto corrente: l'analisi sull'ecosistema di dati di CRIF evidenzia come nel nostro Paese solo il 37% dei clienti ingaggiati nei processi di PSD2 attiva fornisca tale consenso, e di questi un terzo completi il processo consentendo così l'accesso al conto.

Inoltre i consumatori mostrano scarsa familiarità con la Strong Customer Authentication (SCA), passaggio necessario che prevede un metodo di autenticazione a 2 fattori per abilitare l'accesso al proprio conto online e che genera ancora confusione e determina spesso l'interruzione del processo. Se guardiamo però ai numeri dei player best performer, ovvero quelli che hanno investito nella user experience, il consenso sale a circa il 57%, con la metà di questi clienti che completa il processo.

Old e Young Millennials i più digital sui pagamenti

Interessante anche fare il punto sulla digitalizzazione di consumatori e imprese, soprattutto le PMI che rappresentano l'ossatura del tessuto imprenditoriale italiano e che potrebbero ottenere tantissimi vantaggi da un utilizzo consapevole delle opportunità offerte dall'open banking.

Parlando di consumatori, le analisi effettuate da CRIF con il contributo di Nomisma Digital Hub (in particolare attraverso il Digital Attitude Index Nomisma) fanno emergere che la cosiddetta Generazione Z è 5,9 volte più digitalizzata per quanto riguarda l'utilizzo dell'e-commerce rispetto ai Baby Boomers.

Quando si parla però di Banking e Digital Payments a svettare con la propria esperienza sono gli Old e Young Millennials. Il dato è confermato anche analizzando le richieste di credito indirizzate verso le piattaforme di operatori "nativi digitali" che, sulla base di quanto rilevato da CRIF, continuano a registrare una forte crescita, toccando nel primo trimestre 2021 un +104% rispetto all'analogo periodo 2020, incremento sostenuto non solo dalla sopracitata Generazione Z ma anche da quelle storicamente meno propense al digitale.

Un altro dato significativo è rappresentato dal fatto che 6 italiani su 10 preferiscono il canale online per interagire con il proprio istituto di credito, e si prevede che, rispetto al periodo pre-Covid, caleranno i clienti che useranno la filiale come touchpoint (-36%, con un -45% per gli under 30) mentre ci sarà una crescita significativa del canale digitale mobile (+19%) e dell'Internet Banking (+22%).

PMI, quasi 3 su 10 non hanno integrazioni tra attività digitali e manuali

Se passiamo ad indagare invece lo stato dell'arte attuale del rapporto delle PMI con gli strumenti digitali - sulla base delle evidenze della ricerca "SME Business Longevity" promossa da CRIF e condotta da Nomisma - vediamo un quadro ibrido, in cui a strumenti digitali (1 su 2 usa ERP - Enterprise resource planning ovvero "pianificazione delle risorse d'impresa" - per il controllo dei saldi e dei movimenti di conto) si affiancano attività manuali (4 su 10 per alcune attività di finanza-tesoreria come riconciliazione di incassi e fatture), quota che sale al 47% per le imprese con un fatturato sino a 2 milioni di euro.

Poco digitalizzato, in particolare, l'espletamento di alcune operazioni quali il controllo dei saldi e dei movimenti dei conti correnti aziendali e il tracciamento di pagamenti e addebiti di conto oltre un certo importo (per cui 4 PMI su 10 non utilizzano alcun strumento) e il controllo della diffusione di informazioni aziendali, come password o e-mail sul dark web (6 su 10 non monitorano la diffusione di tali informazioni).

L'integrazione tra le due modalità appare dunque alta o medio-alta per 4 imprese su 10, ma per 2,6 su 10 attualmente non si rileva nessuna integrazione. Proprio quest'ultimo dato fa capire la chiara necessità di supporto alla digitalizzazione di strumenti oggi presidiati manualmente o parzialmente in modalità digital, in primis gli strumenti oggi manuali per lo sviluppo del business e il supporto nell'identificazione dei clienti potenziali (5,5 PMI su 10) e la ricerca di finanziamenti agevolati (4,4 PMI su 10).

Ultime tendenze e approfondimenti al CRIF Finance Meeting 2021

Ma quale sarà lo scenario prossimo venturo e quali strumenti e modalità di approccio è meglio potenziare nel rapporto con consumatori e imprese? Tutte le ultime evidenze sull'argomento, con l'evoluzione da open banking a open finance (raccolte in un white paper e oggetto di numerosi momenti di approfondimento e confronto) saranno presentate in occasione del CRIF Finance Meeting 2021, una "digital week" (dall'8 al 12 novembre) dedicata all'analisi delle evoluzioni che guideranno il cambiamento dell'industry del mercato finanziario italiano, mettendo a confronto i principali protagonisti del banking, insurance, fintech e insurtech.

L'evento, che quest'anno compie 10 anni, vedrà coinvolti oltre 50 speaker, provenienti da istituzioni, mondo accademico, grandi player bancari e compagnie assicurative, società di credito al consumo e leasing, e partner dell'ecosistema CRIF, per oltre 1.000 minuti in live streaming, con 13 sessioni tematiche e una sessione internazionale CRIF-Forrester, per riuscire davvero a "guidare il cambiamento", come recita il pay off "Drive the change - The road to 2022".

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