Pagamenti digitali, come maturerà il mercato?

Con la crescita dei pagamenti digitali, aumenta anche il numero delle imprese che offrono soluzioni di pagamento digitale. Esaminiamo i possibili scenari di maturazione del mercato.

pagamenti digitali

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Il mondo fintech sta vivendo un hype di interesse da parte di molti attori diversi: dagli investitori ai regolatori, dalle rassegne stampa fino agli utilizzatori finali. Il numero di iniziative e di finanziamenti da record rende difficile anche agli esperti più navigati capire quali possano essere le tendenze anche nel breve-medio periodo di questo mercato e del settore finanziario/bancario in generale.

Senza perderci in generali argomentazioni sul vasto mondo del fintech, focalizziamoci su un’area specifica, quella dei pagamenti

Negli ultimi due anni, la tendenza al “qualsiasicosa-Pay”, sta generando confusione nella mente dei consumatori, che devono pagare, e delle aziende, che devono incassare. Mettiamoci nei panni di un esercente che deve scegliere i metodi di pagamento da accettare nel proprio negozio, le soluzioni a propria disposizione sono infinite e difficilmente sono marcatamente percepibili le differenze tra un provider ed un altro. Immaginandomi l’esercente al momento della scelta potrei pensare un suo discorso del tipo: 

Certo, c’è quel provider che ha 500K utenti, non posso perderli...mah aspetta, quello ne ha 300K ma più attivi, non posso perdere nemmeno loro... e come non considerare quello, i suoi utenti sono soliti spendere molto...ora che ci penso, vendo anche all'estero, mi serve quel provider di quella specifica nazione, e di quell'altra, e di quell'altra ancora”. 

Gli esiti possono essere due, o riempire la vetrina del proprio negozio di adesivi qui si accetta "qualsiasicosa-pay” oppure cercare di trovare un compromesso e rischiare di perdere un pezzo della propria potenziale clientela. 

La stessa cosa vale per l’utente, pensiamo ai vari trasferimenti P2P (peer-to-peer), naobearovvero i trasferimenti istantanei tra wallet dello stesso provider, a chi non è mai capitato di trovarsi in pizzeria e chiedere all'amico: “va bene se te li do tramite X-pay?” “ah no mi dispiace, io uso Y-pay”. 

Questa è una reazione naturale per un mercato nuovissimo come quello dei pagamenti digitali, specialmente quello Italiano, dove appena il 20% dei trasferimenti è slegato dal contante e dove sembra esserci spazio veramente per tutti. 

Questa situazione però non può durare a lungo, ed è compito degli addetti ai lavori fare in modo che l’esito di queste battaglie sia il migliore possibile per le PERSONE, siano esse consumatori o proprietari di negozio.

Semplificando a livello generale i possibili scenari abbiamo 2 possibili esiti:

  • Asso piglia tutto: uno o pochi dei “qualsiasicosa-pay” riesce a prendere una fetta del mercato mondiale così grande da diventare l’unica soluzione per tutti i canali di vendita per consumatori ed esercenti ad avere senso nel proprio negozio o nel proprio smartphones/portafoglio. Non neghiamo la possibilità che questa possa essere la migliore delle soluzioni per l’utente, ma dobbiamo garantire che questo/i vincitore/i agisca per portare valore ai propri utenti in maniera etica e senza sfruttare il proprio strapotere nel mercato, non dimentichiamoci che stiamo parlando di un potenziale player che avrà controllo e visibilità sulle spese e sulla finanza delle persone, tra i dati più sensibili che si possano gestire (e manipolare?). asso piglia tutto

  • Interoperabilità: i vari operatori del mercato si accordano su standard tecnologici comuni, dimenticandosi dei sistemi chiusi nel quale i trasferimenti non sono più vincolati a barriere dello stesso circuito, ma dai soli eventuali limiti tecnici. Per ricevere pagamenti da smartphones, un esercente dovrà solo dover decidere: “da oggi accetto pagamenti da smartphone” ed essere in grado di accettare i vari wallet X,Y,Z; “da oggi accetto pagamenti con carta”, ed essere in grado di accettare tutte le carte, “da oggi voglio accettare criptovalute”, ed essere in grado di accettare ogni criptovalute, “nel 2030 vorrò accettare pagamenti tramite impronta digitale” ed essere in grado di accettare impronte digitali di chiunque. Ai merchant, esclusi i servizi a valore aggiunto che ogni gateway può fornire, non importa nulla del circuito o l’app o la carta che quel cliente sta utilizzando se quel pagamento sarà sicuro ed istantaneo. Se per l’esercente non cambia nulla, la previsione dell’asso piglia tutto avrà più difficoltà ad avverarsi, in quanto è improbabile (ma ovviamente non impossibile) che un solo provider riesca a portarsi a casa tutto il mercato per un lungo periodo senza lo strapotere dal lato dell’accettazione. Se l’utente A preferisce X-pay e l’utente B preferisce Y-pay, entrambi potranno pagare dallo stesso esercente tramite lo stesso standard tecnologico. Lo stesso vale per i pagamenti P2P, il puro trasferimento di denaro tra privati (il caso del conto della pizza) dovrà necessariamente diventare interoperabile, e il fatto che un utente preferisca X-pay a Y-pay dovrà dipendere da altri servizi a valore aggiunto (es. cashback, UX preferita, altri servizi finanziari ecc…)

Le tecnologie e le dinamiche di mercato cambiano così velocemente, che a spingersi troppo oltre nelle previsioni si fa sempre una brutta figura, ma se ci limitiamo al breve-medio periodo, quale delle due opzioni presentate (ammesse che siano le uniche) avrà la meglio, diciamo tra 8-10 anni? 

Siano banche o siano fintech, è importante che a vincere sia sempre l’utente, la sua sicurezza e il suo benessere, che poi questo si verifichi attraverso un oligopolio o attraverso l’interoperabilità di più attori questo lo deciderà il mercato stesso. 

Secondo voi, le banche e le fintech del mondo dei pagamenti digitali, si stanno muovendo maggiormente verso l’interoperabilità o verso l’asso piglia tutto? Quali credete siano i valori aggiunti che una banca o una fintech dovranno offrire per vincere il cliente? La PSD2, a quale delle due opzioni da vantaggio?

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