Neo-banca: che cos'è e come funziona

Per molte persone può sembrare strano, ma esistono già delle banche senza filiali e senza code. Sono le neo-banche o challenger banks, una nuova generazione di istituzioni finanziarie che nascono digitali.

Neo-banche

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Per molte persone può sembrare strano, ma esistono già delle banche senza filiali e senza code. Sono le neo-banche o challenger banks, una nuova generazione di istituzioni finanziarie che nascono digitali

Le neo-banche sono nate nel Regno Unito e in Germania, ma la loro espansione all'interno dell'Europa procede velocemente anche grazie al mercato unico dell'Unione Europea che consente a persone, merci, servizi e denaro di circolare liberamente in Europa con numerosi vantaggi per cittadini e imprese. Altri aspetti da tenere in considerazione sono i bassi costi di struttura associati a questo tipo di iniziative e la capacità di scalare velocemente grazie all'utilizzo della tecnologia.

Progetti come Monzo, Revolut, Starling, N26, Hype e Tinaba raggiungono già circa 4 milioni di clienti, un numero importante se si prende in considerazione la leggerezza delle loro strutture operative. 

Il Regno Unito è stato un terreno fertile per la nascita delle neo-banche grazie ad una regolazione dove le imprese fintech hanno la possibilità di testare i loro prodotti e/o servizi privi di costrizioni normative, permettendo al Regno Unito di diventare il paese più "fintech-friendly", lo stesso che sta accadendo alla Svizzera per quanto riguarda le  criptovalute. Bisognerà capire come evolveranno le relazioni tra Regno Unito e Unione Europea dopo la Brexit, al momento i negoziati sono ancora in corso. 

Secondo gli analisti, il successo delle neo-banche è da trovare nella migliore esperienza utente che offrono ai loro clienti, una maggiore vicinanza al cliente, attraverso lo smartphone e altri canali senza la necessità di una presenza fisica e il focus sulla trasparenza e la riduzione delle commissioni che si pagano con i canali tradizionali. Attraverso una migliore UX e attenzione al cliente, le challenger banks sono in grado di ottenere una miglior raccolta di dati e feedback, andando a incrementare la fidelizzazione e il grado di soddisfazione dei clienti, migliorando i servizi che offrono e  adattandoli in tempi brevi alle esigenze degli utenti. 

I servizi che offrono le neo-banche sono conti correnti e di deposito, carte di credito e di debito, servizi base come l'invio di denaro a parenti e amici, strumenti di gestione della finanza personale che aiutano gli utenti, sopratutto quelli che hanno lacune per quanto riguarda l'educazione finanziaria a gestire al meglio i propri soldi. 

Obiettivo non dichiarato delle neo-banche è quello di soddisfare i bisogni e le esigenze finanziarie di base di quella parte della popolazione che non ha bisogno di prodotti sofisticati, utilizzando lo smartphone o altri canali digitali. Questa value proposition (proposta di valore) è particolarmente interessante per le nuove generazioni, che non sentono il bisogno o la necessità di accedere a servizi bancari attraverso una filiale fisica. 

I valori delle nuove generazioni, dei millenial, sono diversi rispetto a quelli delle generazioni precedenti. I millenial prendono in grande considerazione la trasparenza e la semplicità. Il modello di business delle neo-banche è un modello "data-driven", un modello che mette al centro l'analisi dei dati come punto di partenza per lo sviluppo della comunicazione e dell'interazione con i clienti. Il caso di Amazon, con i suoi suggerimenti per gli acquisti, può essere un buon esempio. Agli utenti di Amazon vengono inviati messaggi su misura in funzione di quello che hanno fatto in passato sulla piattaforma e di quello che stanno facendo consumatori simili a loro.  In molti casi le challenger banks hanno una licenza bancaria, in altri casi, si appoggiano a banche tradizionali attraverso una serie di accordi dove l'istituzione finanziaria tradizionale si incarica di gestire la compliance e le questioni normative e la banca digitale si occupa di offrire un canale di distribuzione per i prodotti della banca tradizionale. Le neo-banche che non hanno una licenza bancaria solitamente puntano nel medio-lungo periodo ad ottenere una licenza in modo da gestire direttamente la propria base utenti e operare in modo indipendente. 

Le banche tradizionali non sono rimaste a guardare, con l'entrata nel mercato delle imprese fintech, stanno modernizzando le loro infrastrutture e sempre più spesso iniziano a dialogare con le imprese fintech vedendole come possibili alleati e non più come minacce. 

Questo nuovo approccio più collaborativo viene sfruttato alla grande da parte delle neo-banche che sempre più spesso incorporano prodotti e servizi fintech, arricchendo la loro offerta con servizi che coprono i diversi possibili bisogni finanziari di persone e imprese. 

Importante avere ben presente tra le neo-banche quelle che sono possedute (o hanno un'alta partecipazione nel capitale sociale) da parte di banche tradizionali, come nel caso di Hype di Banca Sella, Atom di BBVA, BuddyBank di Unicredit, imaginBank di Caixabank e Tinaba di Banca Profilo, queste neo-banche offrono agli attori tradizionali un eccellente canale di distribuzione dei loro prodotti e servizi. 

Banche tradizionali e neo-banche saranno entrambe parte del mercato nel futuro, nonostante gli sforzi e gli ingenti investimenti delle neo-banche, se non riusciranno a raggiungere volumi sufficienti di clienti per far crescere il proprio fatturato, saranno "prede facili" di acquisizioni e investimenti da parte delle istituzioni finanziarie tradizionali, con un mercato delle fusioni e acquisizioni che potrebbe vedere le banche tornare protagoniste.