Mutuo a tasso fisso o variabile, è questo il dilemma

Scopriamo le differenze tra mutuo a tasso fisso e variabile e quale conviene di più

tasso fisso o variabile

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È più conveniente un tasso di interesse fisso o variabile?

Una delle variabili da considerare quando c'è incertezza tra tasso fisso o variabile è il valore dei tassi di interesse della BCE. In questo momento, dopo anni di stagnazione e tassi ipotecari storicamente bassi, il tasso fisso è salito in modo significativo e il tasso variabile ha iniziato a salire.

Mutuo fisso o variabile? Questa è una delle domande più frequenti nella scelta di un mutuo ipotecario. In parole povere, un mutuo fisso blocca il tasso di interesse per l'intero periodo di rimborso, mentre un mutuo variabile può aumentare in futuro, rendendolo più rischioso del primo, ma con possibilmente un costo inferiore se i tassi si mantengono bassi nel periodo considerato.

La risposta è solo in parte corretta: molti altri fattori, sia personali che impersonali, entrano in gioco nella scelta del miglior mutuo casa, ed è bene considerarli tutti per fare la scelta più conveniente.

Tasso fisso e tasso variabile: chi li decide?

Innanzitutto, vi siete mai chiesti chi decide i tassi di interesse? L'azione delle singole banche è infatti direttamente influenzata dalle scelte della banca centrale dell'area di riferimento, in questo caso la Banca Centrale Europea.

Il ruolo della BCE è regolare il flusso di circolazione nell'area dell'euro alzando o abbassando i tassi di interesse in conformità con importanti obiettivi economici come la crescita economica, l'inflazione e la stabilità finanziaria.

In caso di rapida crescita economica, la BCE alza il tasso di interesse per evitare il rischio di inflazione. al contrario, quando l'economia rallenta, abbassa i tassi di interesse per incoraggiare la crescita economica.

Secondo questa spiegazione, una delle variabili da considerare quando vi è ambiguità tra tasso fisso o variabile è il valore dei tassi di interesse fissati dalla BCE. In questo momento, dopo anni di stagnazione e tassi ipotecari storicamente bassi, il tasso fisso è aumentato notevolmente e gli interessi hanno iniziato inevitabilmente a salire.

Protezione a lungo termine e incertezza sul futuro sono ancora le ragioni principali per cui gli italiani preferiscono i mutui a tasso fisso, soprattutto quando si tratta di prestiti a lungo termine, ma i tassi variabili si sono ritirati a causa dell'aumento del mercato.

Attualmente sempre più italiani stanno prendendo in considerazione mutui variabili, soprattutto per mutui a brevissimo termine inferiori a 15 anni: questa è una soluzione plausibile per chi vuole mantenere inizialmente la ratua del mutuo più bassa, ma con il rischio che questa si alzerà a dismisura nel tempo.

Per fare la scelta giusta, non bisogna mai dimenticare di considerare non solo le esigenze personali, ma anche parametri globali e prevedibili.

Mutui a tasso fisso e variabile: le differenze

Cosa sono i mutui a tasso fisso e variabile? La differenza maggiore sta nel tipo di interesse utilizzato: nel caso di un mutuo a tasso fisso, le banche lo basano sul valore dell'Euriris; nel caso di mutuo a tasso variabile i parametri di riferimento sono l'Euribor e il tasso di interesse BCE. Sia l'Eurirs che l'Euribor sono calcolati e riportati quotidianamente dall'Unione Bancaria Europea:

Il valore dell'Eurirs (Euro Interest Rate Swap) dipende dall'andamento di alcuni derivati ​​su tassi di interesse utilizzati dalle banche, detti swap. proteggere da potenziali perdite;

Il valore Euribor (Euro Interest Bank Offered Rate) mostra il tasso di interesse medio delle operazioni finanziarie tra le principali banche europee.

È bene chiarire che tassi di interesse fissi e variabili non vanno confusi con il rimborso: in entrambi i casi il rimborso può essere uguale per tutta la durata. In questo caso si tratta del piano di ammortamento francese. Esistono in realtà due tipi di mutuo variabile che offrono un tasso flessibile, ma:

  • il primo fissa un tasso di interesse massimo. Per questo si parla di mutuo limitato a tasso variabile, e il vantaggio per il mutuatario è un valore di rimborso potenzialmente più elevato;
  • l'altro predetermina il valore delle rate, che risulta quindi costante nel tempo. La durata del rimborso varia all'aumentare o diminuire del tasso di interesse. Questo tipo di prestito prende il nome di mutuo a tasso variabile con rimborso continuo.

Da menzionare anche il mutuo a tasso misto: per chi è in dubbio tra le due tipologie di mutuo, il tasso misto consente al mutuatario di passare da un mutuo a tasso fisso a un mutuo variabile, o viceversa, all'uno o all'altro mutuo.

Tipi di mutuo

Una volta compresa la differenza, il passo successivo è capire quale dei due mutui si adatta meglio alle tue esigenze. Affidarsi ai forum di settore può aiutare, ma mai tanto quanto capire la situazione: solo così puoi fare una scelta informata. Di seguito una sintesi dei parametri più importanti che consentono di scegliere tra tasso fisso e tasso variabile:

  • Mutuo a breve termine sotto i 15 anni: possono rientrare, ad esempio, i mutui accesi per ristrutturare immobili. In questo caso, un tasso di interesse variabile potrebbe essere una valida alternativa a un tasso di interesse fisso. Anche in caso di futuro aumento del tasso di interesse, quest'ultimo inciderebbe sul capitale minimo, in quanto gli interessi erano già stati parzialmente rimborsati nei primi anni di mutuo;
  • Prestito a lungo termine oltre 30 anni: per acquistare una prima casa o costruire un immobile. In questo caso, con un tasso di interesse fisso, puoi sicuramente determinare l'importo degli interessi per l'intero periodo di rimborso;
  • Reddito familiare: se il mutuatario è lavoratore autonomo o percepisce uno stipendio fisso e costante nel tempo, mutuo a tasso fisso rappresenta una garanzia a lungo termine rispetto all’imprevedibilità del tasso variabile; viceversa, in corrispondenza di alto reddito e di previsione di entrate future o variazioni positive del reddito, c'è una maggiore probabilità di poter far fronte a un eventuale aumento delle rate;