Italia rimandata (di nuovo) nello sviluppo dell'Open Banking

In questo articolo Yapily illustra i risultati di uno studio sullo stato dell'Open Banking in Europa con un focus sull’Italia.

Yapily Open Banking

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Il 2021 è stato un anno di grandi trionfi per l’Italia. Campioni d’Europa sia la formazione di Mancini, che la pallavolo femminile e la nazionale di football americano; sul tetto del mondo in diverse discipline alle Olimpiadi di Tokyo. C’è però una classifica che vede il nostro Paese arrancare nelle retrovie, un vero peccato perché questo poco lusinghiero risultato porta con sé risvolti che limitano la crescita della nostra economia. Scopriamo quindi in quale ambito l’Italia ha grossi margini di miglioramento e analizziamo come alcuni interventi mirati potrebbero portare straordinari risultati in termini di innovazione, semplificazione ed incentivo all’imprenditoria.

La classifica - basata sui dati elaborati da Yapily attraverso la propria infrastruttura di monitoraggio delle API Open Banking su scala europea - rivela che mentre alcuni Paesi dell'UE si stanno distinguendo nell'adozione dell'Open Banking e sono sulla buona strada per stimolare la sua naturale evoluzione ossia Open Finance, alcuni stati, invece, sono ancora indietro e questo rischia di comprometterne la ripresa economica post pandemia.

Ogni Paese è stato classificato in base ai livelli di applicazione della normativa comunitaria da parte dello stato membro, all’attenzione da parte del regolatore locale agli standard tecnico qualitativi delle API bancarie ed all’effettiva disponibilità per imprese e consumatori di strumenti innovativi capaci di semplificarne e migliorarne il rapporto quotidiano con la finanza. Yapily ha anche condiviso la propria visione su dove e come ogni Paese può migliorare positivamente il proprio punteggio complessivo e la posizione in questa particolare classifica.

Maria Palmieri, Policy Lead di Yapily ha commentato questi dati: "Noi di Yapily siamo molto ottimisti sul futuro dell'Open Banking e sulla sua evoluzione in Open Finance. Nonostante ad oggi la sua adozione non sia uniforme in tutta Europa, con alcuni Paesi che sono rimasti leggermente indietro nel definire gli standard API, stiamo lavorando con l’intero l'ecosistema finanziario al fine di raggiungere obiettivi condivisi di miglioramento e crescita. Siamo entusiasti del livello di innovazione finanziaria che consumatori, imprese ed istituzioni finanziarie potranno ottenere nel prossimo futuro.

Vediamo quindi, Paese per Paese, quale sia il livello di sviluppo della consapevolezza in ambito Open Banking e quali possibili azioni possono essere messe in atto per migliorare questi dati.

Regno Unito: Lo studio di Yapily rivela che il Regno Unito è al primo posto tra i Paesi che hanno adottato l'Open Banking, grazie ad una capillare adesione, una diffusa elevata funzionalità dei servizi ed alla nascita di strumenti utili, come i pagamenti cumulativi ed i VRP (pagamenti ricorrenti variabili). Open Banking è quindi stato implementato con successo nel Regno Unito. L'attenzione è ora rivolta alla definizione di una tabella di marcia per promuovere l'implementazione dell'Open Finance.

Irlanda: Il successo dell'Open Banking in Irlanda è paragonabile a quello del Regno Unito, sia a livello di regolamentazione che di adozione. Inoltre, a seguito della Brexit, molte imprese del Regno Unito hanno creato società satellite o spostato la propria sede principale in Irlanda. Nella nostra classifica l'Irlanda segue da vicino il Regno Unito ma presenta due punti di miglioramento. Il primo è relativo alla difficoltà di armonizzare gli standard inglesi con quelli del Berlin Group. Il secondo è la mancanza di un'entità simile alla Open Banking Implementation Entity (OBIE) che potenzialmente aggiungerebbe grande valore all'ecosistema irlandese ed europeo.

I Paesi DACH: ovvero quei Paesi che compongono l'area linguistica tedesca come per esempio Germania e Austria si collocano ai primi posti in quanto possono vantare una normativa completa ed una piena adozione degli standard previsti del Berlin Group. Tuttavia, l'Open Banking è ancora sensibilmente meno diffuso rispetto a Regno Unito ed Irlanda ma i presupposti sono positivi. L’aumento del tasso di adozione dell'Open Banking non potrà infatti non essere correlato al crescente uso dei mezzi di pagamento digitali. Da un punto di vista generale, invece, gli organismi di regolamentazione possono fare ancora di più per aumentare la consapevolezza dei benefici connessi all'Open Banking per privati ed aziende.

Paesi Bassi: I Paesi Bassi utilizzano lo standard del Berlin Group e la regolamentazione appare completa e aggiornata. Inoltre, si registra un'adozione su larga scala dei servizi di pagamento basati su Open Banking tra la popolazione. Al contrario i servizi di aggregazione dei conti correnti non sembrano aver ancora convinto i cittadini, forse a causa delle barriere all’ingresso che comportano un numero molto esiguo di TPP. Un’azione di semplificazione normativa e stimolo al mercato da parte del regolatore potrebbero dare ulteriore impulso all’innovazione finanziaria nel Paese.

Paesi Baltici, Lituania ed Estonia: sono Paesi che stanno fortemente incentivando gli investimenti stranieri e, dopo la Brexit, hanno investito nello sviluppo di un contesto normativo particolarmente attrattivo per le imprese straniere. L'Open Banking è stato uno dei punti di centrali per i regolatori, tuttavia, nonostante la presenza sul mercato locale di un buon numero di banche delle regioni nordiche, le implementazioni variano, rendendo la connettività leggermente più difficile rispetto ai primi in classifica. I regolatori potrebbero contribuire a migliorare la situazione inserendo standard tecnici simili a quelli utilizzati in tutta l'UE.

Polonia: L'Open Banking è sicuramente una priorità in Polonia, dove si registra anche un forte senso di cooperazione tra l'industria e i regolatori. Ci sono alcune linee guida relative ad standard API locali che, essendo particolarmente specifiche, rendono difficoltosa l’integrazione con la tecnologia del resto d’Europa. Un’accelerazione regolamentare in ottica di armonizzazione rispetto agli standard della UE risulterebbe un forte stimolo in un contesto già particolarmente vivace.

Francia: La locale regolamentazione STET può avere diverse interpretazioni da parte delle varie banche, il che ha portato a discrepanze nell'implementazione. Nel complesso, la funzionalità delle API è buona ma con alcuni limiti normativi. Il quadro legislativo francese è infatti piuttosto complesso e fortemente incentrato sui processi antiriciclaggio. Per sostenere l'adozione dell'Open Banking, le autorità di regolamentazione potrebbero fornire maggiori indicazioni agli operatori su come soddisfare al meglio i requisiti legislativi. Attualmente, infatti, le imprese in Francia devono soddisfare requisiti normativi piuttosto rigidi per essere autorizzate, e questi non sono sempre proporzionati al profilo di rischio specifico.

Spagna: Anche la Spagna utilizza lo standard del Berlin Group, inoltre il gateway API Redsys contribuisce a semplificare l'integrazione delle varie API. Questo consente al paese iberico di guadagnarsi l’ultima posizione di piena sufficienza nella nostra classifica. Permangono però molte differenze tra le implementazioni delle singole banche, con conseguenti limitazioni alla diffusione dei servizi Open Banking. Dal punto di vista normativo non si registra una particolare attenzione nella supervisione del settore che rimane quindi molto frammentato.

Italia: Purtroppo il nostro Paese non si è guadagnato la sufficienza a causa di una supervisione non completamente soddisfacente degli standard Open Banking ed una risposta normativa altrettanto lenta. In linea generale, la PSD2 è stata adottata senza particolari modifiche rispetto alla legislazione originale sull'Open Banking e quindi senza specifiche indicazioni per il mercato nazionale. In un contesto ancora fortemente legato all’uso dei contanti, i pagamenti digitali faticano ancora a trovare spazio. I servizi PIS non fanno eccezione e, nonostante un interesse crescente, rimangono ancora un fenomeno di nicchia. Non si tratta però di una bocciatura: Yapily, insieme ad altri operatori del mondo fintech, ha iniziato un dialogo con il Regolatore al fine di rendere l’Italia un contesto di eccellenza anche in questo ambito.

Tra i rimandati, figurano anche i Paesi Scandinavi, dove la mancanza di una vera standardizzazione sta vanificando un impianto normativo molto valido, e la Lettonia, dove le autorità non hanno dato ad Open Banking la stessa importanza delle vicine Estonia e Lituania.

Portogallo, Belgio e Repubblica Ceca escono da questo test con evidenti miglioramenti da apportare: poca chiarezza nelle linee guida, scarsa collaborazione da parte delle banche e l’assenza di figure di riferimento normativo impediscono in questi Paesi un corretto sviluppo dell’innovazione finanziaria.

Chiudono la classifica Islanda, Lussemburgo, Ungheria, Romania e Grecia. Realtà molto diverse per molti aspetti che condividono un basso interesse per l’innovazione che l'Open Banking sarebbe in grado di portare nei rispettivi contesti economici. Come tutte le classifiche, questo studio intende stimolare i primi della classe a mantenere i propri livelli di eccellenza, superando i propri record ed incentivare chi si trova nelle retrovie a migliorarsi per ambire a diventare un punto di riferimento nel settore.

E’ proprio questo il caso dell’Italia, che con pochi interventi mirati potrebbe fornire un assist vincente al mondo delle PMI, dando quindi al proprio motore economico i mezzi per diventare ancor più competitivo a livello internazionale

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