L'impatto del coronavirus sul bitcoin e la tecnologia blockchain

Quale sarà l'impatto del coronavirus sul bitcoin, le criptovalute e la tecnologia blockchain. Lo abbiamo chiesto ad alcune delle principali aziende attive in Italia.

impatto coronavirus bitcoin blockchain

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Come Fintastico abbiamo la possibilità di entrare in contatto con molte realtà fintech, questo ci permette di anticipare alcuni trend di mercato e avere una panoramica sull'intero ecosistema. Per questo motivo, abbiamo chiesto ad alcune delle principali startup in ambito crypto e blockchain di condividere con noi la loro opinione sugli impatti del coronavirus nel loro settore.

Criptalia

Criptalia è una piattaforma di investimento peer-to-peer basata su blockchain, che connette aziende e investitori attraverso la tokenizzazione di securities. Grazie all'uso della tecnologia blockchain e di security tokens, i titoli potranno essere scambiati senza intermediazione e a costi ridotti di oltre un decimo. Il target di riferimento di Criptalia sono le PMI, cha ad oggi in Europa sono la categoria meno finanziata dalle banche ma che rappresentano il 70% del PIL e impiegano l’80% della forza lavoro.

Diego Dal Cero, CEO di Criptalia dichiara: "In questi giorni di emergenza mondiale per il coronavirus si sta sentendo parlare molto di criptovalute per le banche centrali, del bitcoin come "bene rifugio" e di previsioni di prezzo fino a 50.000 dollari entro fine anno. Personalmente credo che la grande volatilità dei mercati è stata molto amplificata nelle criptovalute, per motivi tra cui la facilità e velocità di trading, e che questo non ha assolutamente ridotto il suo potenziale come bene rifugio e decorrelato. A mio avviso sta diventando sempre più un asset da tenere in considerazione in una strategia di diversificazione di portafoglio".

inbitcoin

inbitcoin è l’azienda che sviluppa prodotti e servizi per l’uso di Bitcoin. inbitcoin si definisce come lo scalino sul quale salire per cogliere facilmente i frutti maturi dell’albero tecnologico Bitcoin: un prodotto o un servizio inbitcoin in ogni percorso che unisca attori razionali del mercato (aziende, privati, software).

"Penso (o forse spero) che la crisi finanziaria conseguente alla SARS-COV2 mostri alla massa in maniera lampante come viene creato il denaro ( parlo delle immani iniezioni di denaro raccontate in questi giorni dai media) e che scateni una minima riflessione su cosa è il denaro veramente. Riassumendo molto, per motivi di spazio, la logica conseguenza dovrebbe portare alla voglia di avere qualcosa che assomigli come caratteristiche al vecchio e caro oro. Temo però che nel breve invece saranno le banche centrali ad approfittarne per introdurre una loro "cryptocash" che nella realtà non è altro che un nome nuovo per qualcosa che già esiste. L'euro (come le altre valute fiat) sono già per il 90/95% digitali ed il tutto si trasformerà in una enorme operazione di marketing per mettere nelle mani di tutti qualcosa di ancora più controllabile e di fatto centralizzato", dichiara Nicola Vaccari, Cofondatore di inbitcoin e aggiunge: "Ciò non esclude che questo sia un passaggio obbligato per toccare veramente il fondo per poi essere costretti ad aprire gli occhi e tornare finalmente liberi di disporre liberamente della propria ricchezza utilizzando quella che ad oggi è l'unica crittovaluta decentralizzata che ha dato prova, nei suoi 11 anni di vita, di saper resistere ad ogni tipo di attacco: bitcoin".

conio

Conio è l’azienda che ha sviluppato un bitcoin wallet che permette di comprare e vendere bitcoin in modo semplice e sicuro. L'app è stata premiata con il San Francisco Design Week Awards 2018 come miglior app fintech, e finanziata fra gli altri da PosteItaliane e dal Gruppo Banca Sella.

Christian Miccoli, con un passato nel settore bancario dove ha fatto nascere realtà come Conto Arancio di ING Direct e Che Banca!, attualmente è il Cofondatore di Conio ha commentato: "Negli ultimi decenni, la globalizzazione ci ha consentito di accedere a beni provenienti da altri Paesi a prezzi minori. Questo è stato uno dei freni all'inflazione. Oggi, però, gli ostacoli logistici sorti dall'esigenza di contenere l'espansione del Coronavirus, rischiano di minare l'approvvigionamento dei beni provenienti dall'estero. Basta pensare all' "emergenza Pasta" in Germania, o che persino uno dei maggiori esportatori di cereali al mondo, la Russia, ne ha frenato l'esportazione, per garantire una fornitura alla popolazione interna. L'interruzione dei flussi commerciali rischia però di avere un forte impatto sull'inflazione: per accedere alla stessa tipologia di prodotti, si dovrà sostenere un prezzo maggiore. E' proprio in vista di un possibile scenario di inflazione, che è importante detenere beni rifugio come Oro e Bitcoin. Il Bitcoin, infatti, non può essere soggetto ad inflazione. Inoltre, sta per affrontare un nuovo halving, fenomeno che avviene ogni 4 anni e che, in passato, ha sempre portato effetti positivi sul suo valore. Quando ci si trova di fronte a possibili scenari di crisi è importante avere strumenti per difendere il proprio futuro".

helperbit

Helperbit è l'azienda che permette alle organizzazioni no-profit di avviare programmi di raccolta fondi utilizzando le criptovalute e la tecnologia blockchain.

"L'impatto del coronavirus sul mondo reale ha portato a stressare ulteriormente il mondo finanziario, che reagisce versando tantissima liquidità nell'economia reale. La conseguenze di queste azioni non sono facilmente prevedibili, ma questo può diventare un importante banco di prova per Bitcoin", dichiara Davide Menegaldo, COO di Helperbit e aggiunge:"Da una parte Bitcoin potrebbe affermarsi come "oro digitale", grazie alle sue caratteristiche uniche: si differenzia da tutti gli altri asset in quando non è correlato al mondo reale, è limitato algoritmicamente, non è falsificabile ed è più semplice da muovere in grandi quantità. Data anche la poca profondità di mercato, qualora i fondi istituzionali diversificassero i propri portafogli, inserendo anche Bitcoin, potrebbero esserci importanti movimenti a rialzo. Dall'altra parte, tra gli effetti indiretti del coronavirus abbiamo una possibile inflazione delle valute tradizionali, un aumento dei totalitarismi e una riduzione della privacy: questo scenario potrebbe spingere all'uso di Bitcoin anche come moneta di scambio, per salvaguardare la libertà economica degli individui".

young platform

Young Platform è una startup crypto con sedi a Torino, Londra e Tallinn che ha lanciato sul mercato una piattaforma per lo scambio di criptovalute (come bitcoin ed ethereum) e che ha alle spalle una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma inglese Seedrs, dove ha raccolto oltre 787.000 euro da 751 investitori italiani ed internazionali.

Andrea Ferrero, CEO di Young Platform ha commentato:"L'emergenza Covid-19 ha colpito con violenza tutti i mercati finanziari, coinvolgendo anche il mercato delle criptovalute e Bitcoin. Dopo questa prima fase di "panico", Bitcoin sembra però aver reagito meglio rispetto ai mercati tradizionali, riportandosi sostanzialmente ai livelli pre-Coronavirus, dimostrando per l'ennesima volta una straordinaria resilienza (a pochi giorni dallo storico nuovo halving)".

Durante le interviste si è parlato di halving di bitcoin, se vuoi saperne di più, approfondisci con questo articolo che ti spiega che cos'è e come funziona.

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