Flat tax: cos’è, come funziona, quali sono i cambiamenti proposti

In questo articolo ti spieghiamo cos’è la flat tax, come funziona attualmente e quali sono i cambiamenti proposti dai partiti per le Elezioni 2022.

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La campagna elettorale di settembre 2022 ha portato alla ribalta il tema della Flat Tax. Una misura economica discussa più e più volte nel corso degli anni, ma che di fatto in Italia non ha ancora trovato una sua posizione specifica.

Nell’articolo di oggi spiegheremo che cosa è la Flat Tax, come funziona, quali sono i pro e i contro di questa misura e quali cambiamenti comporterebbe sulla base dei programmi politici presentati dai vari partiti.

Flat tax cos’è e come funziona

Il sistema fiscale e di tassazione attualmente in vigore in Italia è di tipo progressivo. Nello specifico, esso si basa sugli scaglioni IRPEF. Ogni soggetto contribuente paga le tasse in base alla fascia di reddito a cui appartiene:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi fino a 50.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Questo significa che chi ha un reddito annuale pari a 23.000 euro, per esempio, pagherà il 23% di 15.000 euro più il 25% di 8.000 euro (23.000 - 15.000 euro).

Reddito: 23.000 euro

Tasse: 3.450 + 2.000 = 5.450 euro

Allo stesso modo, chi ha un reddito annuale pari a 65.000 euro, pagherà il 23% sui primi 15.000 euro, il 25% sull’eccedenza fino a 28.000 euro, il 35% sull’eccedenza fino a 50.000 euro e il 43% sull’intera rimanenza.

Reddito: 65.000 euro

Tasse: 3.450 + 3.250 + 7.700 + 6.450 = 20.850 euro

ATTENZIONE: gli esempi qui sopra riportati sono elementari per spiegare il funzionamento della tassazione progressiva IRPEF. Essi non tengono conto delle eventuali detrazioni fiscali a cui si avrà diritto.

La Flat Tax, anche detta tassa piatta, funziona in modo del tutto diverso. Essa prevede un’imposizione fiscale uguale per tutti i soggetti che hanno un reddito inferiore a una sola specifica fascia di reddito. Questo significa che entrambi i soggetti degli esempi avrebbero una tassazione unica, con una sola percentuale fissa, uguale per entrambi.

Ipoteticamente, se la Flat Tax fosse pari al 15%, il soggetto che ha un reddito pari a 23.000 euro pagherebbe 3.450 euro. Il soggetto che ha un reddito pari a 65.000 euro pagherebbe 9.750 euro.

La flat tax in Europa: quali sono i paesi che hanno adottato questo sistema di tassazione

Considerando il quadro europeo, su un totale di 43 Stati, sono 8 i Paesi europei che ad oggi adottano la Flat tax come sistema di tassazione dei redditi. Nello specifico:

  • Russia con aliquota al 13%
  • Ucraina con aliquota al 18%
  • Bulgaria con aliquota al 10%
  • Estonia, con aliquota al 20%
  • Romania con aliquota al 10%
  • Ungheria con aliquota al 15%
  • Bielorussia con aliquota al 13%
  • Bosnia-Erzegovina con aliquota al 10%

L’adozione della Flat Tax non ha in generale mai avuto riscontri positivi in termini di crescita del Paese e gettito fiscale. Ne sono testimonianza alcuni Paesi che prima la adottavano, ma che hanno fatto un passo indietro e cambiato direzione, preferendo un sistema basato su due o tre aliquote.

Ne è un esempio la Serbia che è passata dall’unica aliquota al 14% a tre aliquote al 10%, 20% e 25%. Ma anche la Slovacchia che dal solo 19% è passata a due aliquote al 19% e 25%. Un altro esempio è rappresentato dalla Lituania che da un’unica aliquota al 15% è passata a tre aliquote al 20, 23 e 31 per cento.

Discorso simile anche per la Repubblica Ceca, l’Albania, la Lettonia e la Macedonia (quest’ultima a partire da gennaio 2023).

La scelta di questo cambiamento è stata dettata soprattutto dal fatto che dopo l’adozione della Flat Tax, le entrate fiscali dello Stato si sono notevolmente ridotte, e di conseguenza anche la spesa pubblica legata alle sovvenzioni e agevolazioni per le famiglie o ai fondi perduti, si è notevolmente ridotta.

Di contro, in alcuni Paesi (detti “neri”) come la Russia per esempio, a seguito dell’adozione della Flat Tax, sono migliorati gli indici di spesa delle famiglie e la capacità di investimento delle imprese, favorendo lo sviluppo del ceto medio.

Come cambierebbe la flat tax proposta per le Elezioni 2022

Di fatto, ad oggi in Italia sono in vigore già due esempi di Flat Tax. Si tratta dell’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) pari al 24% dei ricavi dell’impresa, e del Regime Forfettario, pari al 5% o al 15% del reddito imponibile.

Nei programmi elettorali, la Flat Tax 2022 è proposta dalla Lega, anche se di fatto si tratta di un baluardo delle campagne politiche berlusconiane sin dal 1994.

La Flat Tax di Salvini mira a eliminare gli attuali scaglioni IRPEF a favore di un’aliquota unica pari al 15%, sia per le persone fisiche, sia per le società. Se ciò avvenisse, il costo dell’intera manovra ammonterebbe a ben 50 miliardi di euro l’anno.

Un importo difficile da coprire. Anche Berlusconi continua a proporre la Flat Tax come misura fiscale da adottare, ma con una percentuale di tassazione pari al 23% e un costo da coprire pari a 30 miliardi di euro l’anno.

Lopinione pubblica in merito alla Flat Tax è divisa. C’è chi dice che sia una misura corretta e migliorativa e chi non è d’accordo. La questione è di fatto complessa.

Alcune fasce infatti ne gioverebbero, mentre altre resterebbero penalizzate. Questo perchè verrebbero a mancare tutti i benefici e le agevolazioni legate alle detrazioni e alle deduzioni fiscali, ai bonus, alle misure ad oggi attive per alcune categorie di contribuenti.

Quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi dell’introduzione della tassazione ad aliquota fissa del 15 per cento

Introdurre la Flat Tax significherebbe avere dei vantaggi e degli svantaggi. Un po’ come per tutte le eventuali misure adottabili.

A favore della Flat Tax c’è la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Accompagnata da una semplificazione importante del sistema fiscale.

Secondo alcuni, la tassa piatta favorirebbe anche la lotta all’evasione, in virtù del fatto che i grandi evasori potrebbero essere maggiormente invogliati a pagare le tasse grazie alla convenienza dell’aliquota inferiore.

Una pressione fiscale minore, inoltre, incentiverebbe le categorie più abbienti a rimanere in Italia e investire, invece di espatriare e ricorrere ai paradisi fiscali per mettere al sicuro i propri risparmi.

Di contro, la Flat Tax annullerebbe la regola che chi guadagna meno paga meno, chi guadagna di più paga di più.Tassare tutti i contribuenti allo stesso modo, infatti, non sarebbe equo e alla lunga andrebbe a colpire le fasce dei soggetti più poveri.

Oltre al fatto che lo Stato avrebbe un’entrata fiscale inferiore e non avrebbe abbastanza risorse da destinare alle fasce della popolazione più povere, attraverso detrazioni, deduzioni e bonus di sostegno.

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Alessandra Boraso

Scrivo di Economia e Finanza, traducendo concetti complessi in testi semplici e diretti.