Fintech in Italia: crescono gli utenti ma non gli investimenti

Nell'anno della pandemia, il fintech ha saputo attrarre sempre più utenti ma non ancora grandi investimenti. Ecco l'analisi condotta da Dealroom.

Fintech in Italia crescono gli utenti ma non (ancora) gli investimenti

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Un settore resiliente che nell’annus horribilis della pandemia ha saputo attrarre sempre più utenti ma non ancora grandi investimenti, soprattutto dall’estero: ecco il dna delle fintech italiane nell’analisi condotta da Dealroom.co (piattaforma globale di dati per l’intelligence sulle startup) per Fintastico. Con un 2021 che si preannuncia però più dinamico, con segnali molto incoraggianti in tutta Europa e anche nel nostro Paese.

Protagonisti nella trasformazione del sistema finanziario

Analizzando nel dettaglio il panorama italiano, Dealroom ha evidenziato infatti come il ruolo del fintech stia diventando sempre più centrale non solo per la capacità dei suoi protagonisti di essere facilitatori e innovatori in alcune aree specifiche, ma soprattutto di essere propulsori del processo di trasformazione del sistema finanziario nel suo complesso. Questo ruolo lo si evince facilmente dall’analisi del comportamento degli utenti. Se nel 2019 infatti l’Italia era tra i Paesi con il più basso utilizzo di servizi fintech in Europa e nel mondo, con il 51% di adozione da parte dei consumatori rispetto al 71% del Regno Unito, al 73% dell’Olanda e all’87% di Cina e India (Fintech adoption index), le forti restrizioni legate alla pandemia hanno invece portato una forte accelerazione nella fruizione digitale dei servizi finanziari.

Lo testimoniano, ad esempio, i dati di Banca d’Italia: le transazioni contactless sono cresciute dal 35% al 55%, l’e-commerce è passato dal 25% pre-lockdown a un picco del 40% ad aprile 2020 ritornando poi gradualmente al 25-30%. Anche guardando in prospettiva, il 62% dei consumatori nel 2020 ha considerato di passare da servizi fisici bancari a piattaforme bancarie digital, stando ai risultati del report rilasciato da Mastercard sull’evoluzione del sistema bancario in Europa (Mastercard Evolution of Banking 2020).

Oltre 150 milioni di investimenti nel 2020

Nonostante questo, il panorama dell’innovazione e l’investimento in startup fintech in Italia ha stentato finora a decollare, specialmente se confrontato con quanto succede nel resto d’Europa. Va comunque considerato un andamento in lieve, seppur costante, crescita. Se andiamo a esaminare i dati, infatti, questa tendenza emerge chiaramente. Gli investimenti in fintech in Italia hanno totalizzato un miliardo di euro dal 2015 a oggi: il 2020 si è comunque dimostrato il secondo anno migliore per il fintech italiano dopo il 2018 (caratterizzato, ricordiamolo, dal round di investimento record di 46 milioni di euro di Moneyfarm, escluso il quale il 2020 risulterebbe l’anno top), con più di 180 milioni di investimenti. Gli investimenti in fintech sono aumentati più di quattro volte, confrontando il 2020 con la media di meno di 50 milioni del 2015-2017. Se si vuole esaminare la situazione nel dettaglio, è possibile fare riferimento alla mappatura dell’ecosistema fintech italiano realizzata da Dealroom insieme a Fintastico, per capire, ad esempio, quali sono stati i settori che hanno saputo attrarre maggiori investimenti: si tratta di quello dei pagamenti, forte di 230 milioni di euro (di cui 146 raccolti da Satispay), seguito dalle fintech attive nella gestione finanziaria degli investimenti 115 milioni, di cui 93 a Moneyfarm) e dal comparto insurtech (120 milioni, di cui 100 a Prima.it).

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Poco estero nei finanziamenti

La dinamica degli investimenti vede per il nostro Paese il contributo di pochi grandi round raccolti, con la conseguente difficoltà per le start up di effettuare un sostanziale cambio di marcia, anche se gli interventi effettuati per supportare l’ecosistema di innovazione nel nostro Paese stanno cominciando a mostrare i propri frutti, non tanto da un punto di vista di volumi investiti, quanto nel creare un’efficace infrastruttura materiale e immateriale a supporto della creazione di un’impresa innovativa. Fatta eccezione per l’operazione che nel corso del 2020 ha raccolto i finanziamenti più consistenti (Satispay con 93 milioni raccolti da investitori internazionali del calibro di Square, Tencent e Lgt Lightstone, oltre alla nostrana Tim Ventures), la maggior parte delle startup stenta invece ad attrarre interesse da investitori esteri. Se si prende in esame il quinquennio 2016-2020, si evince infatti come oltre la metà (51,2%) del capitale investito in start up fintech tricolori provenga dall’Italia, il 27,2% da USA e Canada, il 17,1% dal resto d’Europa e solo il 4,5% dall’Asia.

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L’Italia nella media europea per % di VC funding diretto al fintech

Nonostante i passi avanti compiuti, se si guarda al panorama europeo, in Italia il livello degli investimenti fintech è decisamente molto lontano dai risultati ottenuti in Uk, Germania, Svezia e Francia. Anche se l’Italia, guardando la percentuale del totale di venture capital funding diretto a startup fintech, con i suo 20% è dietro solo a Svezia e Uk, risultando quindi nella media, all’interno certo di un mercato globale poco sviluppato.

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Buoni segnali per il 2021 anche dall’Italia

Guardando ai primi mesi del 2021 i segnali sembrano essere di ottimismo. La stasi indotta dal Covid-19 si è rivelata relativamente breve per il fintech. In generale la pandemia ha influito negativamente quasi solo nel secondo quarter 2020, visto che già a partire dall’estate si è segnalata una ripresa in quasi tutte le categorie. Il primo trimestre 2021 e anche i mesi di aprile e maggio stanno addirittura facendo registrare record assoluti di VC investment, sia in Europa che in Usa nei vari settori. In particolare, il fintech europeo ha raccolto nel solo primo quarter 2021 la cifra di 5 miliardi di euro, circa il doppio del record precedente per un trimestre che era stato di 2,7 miliardi di euro nel secondo quarter del 2019. Scendendo poi al caso italiano, il primo quarter è a quota 41 milioni di euro per il fintech (contro 5 milioni dell’omologo periodo 2019 e 4,8 milioni dell’omologo periodo 2020) grazie a un round di investimento di cui si è resa protagonista Scalapay.

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