- 17/12/2019

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandro Longoni, Head of Fintech District. Il distretto fintech di Milano è la più grande community fintech italiana nata da Sellalab, polo d'innovazione del gruppo Banca Sella, che fa capo a Fabrick, piattaforma nata per favorire l’open banking.
A due anni dalla nascita, Fintech District ha quadruplicato i membri della community passando da 32 a 132 fintech. Quali sono i segreti dietro a questo successo?
Le realtà fintech che fanno parte della community sono già 135. Sicuramente alla base di questa crescita così rapida ci sono un modello che permette dialogo, collaborazione e condivisione sia tra le startup che con altri stakeholder e un team altamente preparato, in grado di creare per loro occasioni di sviluppo.
Per entrare a far parte della community è necessario essere basati in Italia, avere un prodotto sul mercato con almeno 1 cliente ed essersi costituiti dopo il 2013. Il punto di partenza del nostro lavoro è un’approfondita conoscenza delle singole realtà, facciamo un assessment per comprendere le specifiche esigenze e poi selezioniamo opportunità dal nostro network, anche a livello internazionale.
L’adesione è completamente gratuita e non vincolata alla presenza nella sede dove lavoriamo, questo ovviamente ci aiuta a crescere più rapidamente. Il valore aggiunto di Fintech District sta nel riuscire a creare vantaggio per tutti gli attori del sistema. Per proporre soluzioni efficaci ai nostri corporate member, selezioniamo solo start up che abbiano già lanciato la propria soluzione sul mercato.
Come si struttura il vostro approccio all'open innovation?
Il Fintech District è stato creato per generare opportunità e casi di collaborazione di successo tra gli attori tradizionali del mondo finanziario e le aziende più innovative. Crediamo che l’Open Innovation sia la chiave determinante per l’evoluzione del settore finanziario.
Per questo, supportiamo i nostri corporate member nell'identificazione dei bisogni e li guidiamo nel percorso di innovazione favorendo le sinergie con le startup più promettenti del panorama italiano e internazionale. Nei due anni dal lancio abbiamo realizzato diverse progetti di successo in diversi ambiti e siamo riusciti a generare benefici, collaborazione e crescita sia per le fintech della community che per i nostri corporate member.
In questo contesto si innesta la vision di Fabrick di servire in modalità di piattaforma sia startup sia incumbent e aiutarli a collaborare e innovare. Il ruolo del team del Fintech District è quello di radunare tutte le fintech, conoscerle meglio, comprendere le loro sfide e offrire loro opportunità di crescita sia attraverso la piattaforma Fabrick sia attraverso la collaborazione diretta con i corporate member che vogliono innovare.
Con quali corporate state collaborando?
Ad oggi in corporate member della community sono 12, di cui 10 hanno fatto ingresso nel 2019. Ci sono società di consulenza come BCG, EY e OCS, leader del settore assicurazioni come AXA e Zurich, banche come Societe Generale, Royal Bank of Canada e Sella e altri grandi player come Cerved, CRIF e IBM che hanno visto nel Fintech District un’opportunità per entrare in contatto con le realtà emergenti dell’ecosistema fintech e trovare sinergie che in alcuni casi si sono tradotte in progetti di open innovation.
Naturalmente nei prossimi mesi lavoreremo per continuare a far crescere la community accogliendo altre corporate che desiderano il nostro supporto per co creare nuovi servizi e prodotti con le fintech e che condividono la nostra vision e credono come noi che il settore fintech italiano possa crescere ed essere sempre più competitivo solo se tutti i player, grandi e piccoli, operano in ottica di apertura e condivisione.
Quali sono i verticali fintech con più startup all'interno del Fintech District?
Tra le oltre 130 startup che compongono la nostra community di fintech le categorie più numerose sono asset management, lending e smart payments. Il verticale sul lending & solutions for credit è in assoluto l’area in cui operano più startup della nostra community e questo dato è perfettamente in linea con i trend globali e italiani di crescita.
Basti pensare che nel periodo aprile-giugno 2019 il volume erogato transato sulle 10 principali piattaforme italiane, ha superato i 337 milioni di euro, registrando +97% rispetto all'anno precedente (Fonte: p2plendingitalia.com). Smart payments & money transfer è la seconda area più numerosa e la cosa non sorprende visto che i pagamenti innovativi continuano a crescere in Italia ad un ritmo elevato (+56%) e arrivano a rappresentare un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta (Osservatorio Politecnico 2019). Il terzo verticale con più fintech è quello del wealthech & solutions for financial markets, segmento che recentemente segna una crescita notevole grazie soprattutto allo sviluppo e al lancio di numerose soluzioni che utilizzano l’Artificial intelligence per il decision investment making.
Con quali hub internazionali collaborate?
Collaboriamo con 15 hub internazionali e con 9 di essi (Fintech Scotland, Holland Fintech, Copenhagen Fintech, B-Hive per il Belgio, The Lhoft per il Lussemburgo, Le Village per la Francia, Portugal Fintech, TQ per la Germania e Innsomnia per la Spagna) abbiamo lanciato l’European Fintech Discovery Program. Si tratta di una iniziativa rivolta strettamente alle corporate che hanno la possibilità di incontrare più di 1500 fintech e insurtech in Europa.
Ci sono vantaggi anche per le startup degli ecosistemi di innovazione coinvolti che, grazie a questo programma, hanno gratuitamente la possibilità di conoscere e presentarsi alle corporate straniere in visita restando nel proprio Paese. In questo modo aumentano le opportunità di matchmaking e si riduce il time to market e il business development delle startup che, da sole, potrebbero avere maggiori difficoltà ad individuare simili occasioni.
Gli obiettivi più generali e a lungo termine di questa iniziativa sono approfondire la conoscenza del panorama fintech e delle aziende interessate al settore presenti in Europa, rafforzare la collaborazione tra i diversi fintech hub favorendo la nascita del mercato unico, portare le best practice di alcuni Paesi, anche in termini regolamentari, verso quelli che possano beneficiarne maggiormente.
Qual è la vostra opinione sull'ecosistema italiano?
L’ecosistema italiano a nostro avviso sta oggi vivendo un positivo periodo di crescita. Negli ultimi anni, da quando siamo nati, si è registrata un’accelerazione nel settore fintech che oggi ci permette di cominciare a presentarci come competitivi in ambito internazionale. Secondo una ricerca di Pwc, le start-up Fintech operative nel nostro territorio tra il 2017 e il 2018 sono passate da 235 a 299 segnando un +27%. Nella community del Fintech District si è evidenziata la stessa crescita e il 2019 sembra promettere bene. Anche gli investimenti nel settore crescono ed è soprattutto questo ciò di cui il nostro ecosistema ha bisogno per compete alla pari sul piano internazionale con Paesi Europei come la Francia, la Germania e UK.
Il 2018 è stato un anno straordinario in tal senso: si sono registrati investimenti nel Fintech italiano per un totale di 213 milioni di euro, più della metà di quanto raccolto complessivamente dalle Fintech italiane dall'inizio della loro attività ad oggi. Da un lato gli investitori hanno cominciato a guardare con attenzione il Fintech italiano, dall'altro le start-up stesse sono diventate sempre più in grado di attrarre capitali. Nel 2019 la crescita non si è arrestata e, in attesa dei dati definitivi, possiamo già dire che abbiamo proseguito sulla buona strada.
Grazie Alessandro per la tua disponibilità, alla prossima!