Criptovalute, un asset anche per i conferimenti

E’ possibile fare conferimenti in criptovalute nel capitale sociale di una società? Hanno dato una risposta a questa domanda Young Platform e BAIG.

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La prima operazione societaria di tipo multi-crypto-currency e un ulteriore passo avanti nel processo di integrazione del tessuto normativo nazionale con i nuovi strumenti giuridici sviluppati grazie all'evoluzione tecnologica, tra cui le criptovalute.

Questo, in sintesi, quanto successo a inizio dicembre quando i soci di BAIG (ente di ricerca con sede a Milano attivo nel settore del diritto e delle nuove tecnologie) hanno deliberato un aumento di capitale in denaro e crediti in criptovalute.

Nel dettaglio, i soci della società (Nerina Boschiero e Diana Urania Galetta, prof. dell’Università degli Studi di Milano, Benedetta Cappiello, Alessandro Negri della Torre, Gabriele Sabbatini, Marco Pagani e Gherardo Carullo) hanno deciso che parte dell'aumento di capitale potesse essere eseguito mediante cessione di due crediti aventi a oggetto una certa quantità di bitcoin ed ether detenuti presso Young Platform (piattaforma per l'acquisto e trading di criptovalute gestito da Young Agency, con sede a Torino). Per BAIG ha curato gli aspetti legali l'Avv. Alessandro Negri Della Torre.

Perché si tratta di un'operazione innovativa e pressoché unica nel suo genere?

Innanzitutto, per la prima volta è stato conferito un bene avente come sottostante la criptovaluta nativa della blockchain Ethereum, ether, in aggiunta a bitcoin. Si tratterebbe dunque della prima operazione societaria di tipo multi-crypto-currency.

Il secondo motivo è proprio la natura del conferimento: si trattava infatti di crediti vantati da utenti verso il wallet provider italiano, ovvero di due differenti tipologie di criptovalute.

Da un punto di vista giuridico tra l’utente di Young Platform e la piattaforma si configura dunque un diritto alla restituzione di beni (le criptovalute, appunto) depositate presso gli account sulla piattaforma stessa. La natura del rapporto permette di assimilarlo a un deposito di tipo irregolare, in base al quale l’obbligo del provider è di restituire (o convertire) una quantità equivalente alle criptovalute depositate. In questo caso specifico, proprio tale diritto relativo al sottostante in criptovalute è stato ritenuto un elemento di attivo conferibile in Baig, previa redazione di apposita perizia.

Baig ha scelto di conferire crediti aventi come sottostante criptovalute perché questo ente di ricerca si propone, tra le altre cose, di comprendere e integrare operativamente il fenomeno criptovalutario nel tessuto giuridico nazionale nel rispetto delle norme, dei principi e della giurisprudenza nazionale e sovranazionale in materia. Nell'operazione, infatti, si è tenuto conto della giurisprudenza italiana più significativa, per modulare l’operazione nella maniera più sicura e trasparente possibile.

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Maria Comotti

Giornalista professionista si occupa del mondo fintech raccontando le principali tendenze e analizzandone i differenti servizi per proporre una chiave di lettura accessibile a tutti.