Cosa rischia chi rifiuta il pagamento con il POS?

Accettare i pagamenti tramite POS è ormai obbligatorio e chi si rifiuta riceve una sanzione di non poca importanza. Vediamola nel dettaglio.

POS 2022 obbligatorio

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Chi è obbligato ad accettare pagamenti tramite POS?

pagamento elettronico con la carta

Sebbene in altri Paesi il pagamento tramite POS è un’attività ormai naturale, in Italia rimane ancora un taboo. Negli ultimi anni si sono successe sempre più leggi che miravano a tutelare quella fetta di popolazione che preferisce pagare con carta anziché contanti. Ma solo il 30 giugno 2022 è stata emanata l’obbligatorietà per negozianti, artigiani e studi professionali di accettare pagamenti tramite POS.

Vediamo più nel dettaglio chi deve accogliere i pagamenti elettronici:

  • Bar, negozi, tabaccherie, supermercati, ristoranti, centri estetici ecc.;
  • Le attività itineranti, ovvero i venditori ambulanti e coloro che esercitano attività di vendita nei mercati e nelle fiere;
  • I lavoratori autonomi, liberi professionisti e artigiani come avvocati, medici, idraulici, elettricisti, ecc.;
  • I professionisti e le ditte individuali in regime forfettario;
  • I tassisti e i conducenti che prestano un servizio di tipo NCC.

Il 24 ottobre 2022 è stata emanata un’altra legge secondo cui "I tabaccai saranno esentati dall'obbligo di accettare pagamenti con carta di credito per i tabacchi ed i valori bollati”. Secondo la FIT, la Federazione Italiana Tabaccai, "la bassa marginalità di questi prodotti e servizi mal si concilia con i costi di transazione della moneta elettronica". Così il direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna ha deciso di intervenire.

Cosa succede a chi si rifiuta di accettare pagamenti elettronici

Sempre a partire dal 30 giugno 2022 chi si oppone di accettare pagamenti elettronici rischia una sanzione per ogni transazione rifiutata.

La legge prevede una doppia penalità:

  • 30 euro in misura fissa;
  • 4% del valore della transazione negata.

Se un esercente rifiuta il pagamento con carta e pretende di riceverlo in contanti, il cliente può segnalare l’accaduto alla Guardia di Finanza o all’Agenzia delle Entrate.

legge del POS obbligatorio

Il titolare dell'attività, inoltre, è multabile solo se rifiuta i pagamenti con le carte, ma invece le altre forme di pagamento non tracciabili, come ad esempio i bonifici, l'esercente può decidere di non accettarli.

Esistono, però, delle eccezioni.

Se si presentano "comprovati problemi di malfunzionamenti tecnici dei dispositivi" non sono previste sanzioni. Saranno poi i finanzieri stessi o gli ufficiali e gli agenti di polizia ad accertarsi del disservizio.

Altro caso è l’esercente impossibilitato ad elaborare una transazione su un circuito non supportato dal servizio POS. Non tutti i terminal, infatti, accettano qualsiasi circuito di pagamento. In Italia la maggior parte dei servizi POS sono in grado di elaborare transazioni con carte PagoBancomat, Visa, Mastercard, Maestro e VPay, quindi i circuiti più popolari nel nostro Paese.

L’esercente, però, non è obbligato ad accettare tutti i circuiti. Se il POS elabora solo transazioni su PagoBancomat, Visa e Mastercard, l’esercente non è tenuto ad accettare un pagamento con American Express o altro circuito.

Nuove direttive 2022: ci si può rifiutare per importi sotto i 60 euro

pagare con la carta

Nel Dicembre 2022 è stata fatta proposta di legge secondo cui sparirebbero le sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici per importi inferiori ai 60 euro. Questo non toglie, però, l’obbligatorietà del POS.

In questo disegno di legge l’Italia si divide in due: gli esercenti che gioiscono in quanto i costi sulle transazioni sono quasi insostenibili per i piccoli commercianti e gli esperti che vedono questa novità come un’incitazione per gli evasori fiscali.

Per quanto riguarda il primo punto, solitamente i contratti con le banche prevedono due voci:

  • Un canone mensile, se presente;
  • Le commissioni sulle singole transazioni.

Inoltre, in alcuni casi si aggiungere il prezzo d'acquisto del POS. Le commissioni, invece, salgono sempre di più. Secondo le statistiche Global Data, gli esercenti italiani pagano lo 0,7%, meno di Paesi Bassi (1,4%), Germania (1,3%) o Regno Unito (0,8%). In più gioca un ruolo importante il credito d'imposta al 30% e un contributo fino a 50 euro per acquistare i dispositivi per tutto l’anno prossimo.

Dal punto di vista degli esperti, invece, questa manovra non può che comportare solo danni in quanto incentiverebbe la microcriminalità. Infatti, questa misura esalta chiaramente il rischio di facilitare l’evasione fiscale. La direttrice dell’Osservatorio Innovative payments del Politecnico di Milano, Valeria Portale afferma: “la cifra nel testo della manovra è un segnale culturale negativo: i pagamenti elettronici abilitano servizi innovativi, oltre ad essere un deterrente per gli evasori. C'è in gioco la modernità del Paese”.

Dunque l’Italia si divide in due: chi sostiene i piccoli commercianti capendo le loro difficoltà e chi, invece, è convinto che questa manovra di legge non sia altro che un ritorno al passato e che alimenti la criminalità già presente nel nostro Paese.

Nel gennaio 2023 verrà decisa la sorte degli esercenti e dei clienti non affini al contante. Per il momento, la legge del 30 giugno 2022 rimane valida per qualsiasi importo.

Nonostante gli ultimi anni in cui si è spinto sempre di più l’utilizzo della carta anche con iniziative interessanti come il cashback, ovvero una pratica che permette agli utenti registrati di ricevere una percentuale degli importi spesi per i loro acquisti effettuati presso i negozi online convenzionati, sembra che l’Italia non voglia abbracciare l’innovazione. In Europa siamo il terzultimo Paese per numero di transazioni pro capite, dopo di noi solo Bulgaria e Romania.

La volontà dei cittadini di aprirsi ai pagamenti elettronici c’è, infatti sette italiani su dieci vogliono utilizzare maggiormente strumenti alternativi ma la domanda sorge spontanea: il Governo cosà farà a riguardo? Sposerà il pensiero della popolazione oppure impedirà nuovamente l’arrivo dell’innovazione?

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