Con Conversate l'intelligenza artificiale entra nel fintech

Conversate è una piattaforma di Artificial Intelligence self-service per chatbot. Abbiamo intervistato Alessandro Vitale, Amminstratore Delegato e fondatore della società.

Conversate

Alcuni dei servizi finanziari presenti su Fintastico ci sono stati segnalati dai nostri partner che ci compensano.

La valutazione di Fintastico deriva dalla media ponderata delle valutazioni provenienti da Trustpilot, App Store, Google Play store

Conversate è una piattaforma di Artificial Intelligence self-service per chatbot. Abbiamo intervistato Alessandro Vitale, Amminstratore Delegato e fondatore della società.

Ciao Alessandro, raccontaci brevemente chi sei e cosa hai fatto prima di fondare Conversate.

Sono un imprenditore seriale esperto di Artifical Intelligence. Dopo essermi occupato di algoritmi in università, mi sono prima concentrato sul lato business lavorando per anni in Siemens come responsabile Strategia Italia e Sud Ovest Europa. Nel 2010 ho fondato la mia prima startup in ambito Artifical Intelligence, chiamata Optimist AI, con focus algoritmi intelligenti per la vendita B2B.

Saresti in grado di spiegare cos'è Conversate in dieci parole?

Conversate è una piattaforma di Artificial Intelligence self-service per chatbot.

Intelligenza Artificiale, bot? Mi sono già perso, potresti spiegarmi meglio di cosa si tratta?

Immagina di contattare una azienda su Facebook Messenger, o via chat, e che dietro ci sia un “robot” che capisce quello che gli hai scritto e che ti può aiutare all’istante, 24 ore al giorno. I chatbot sono come delle app con cui si interagisce scambiandosi messaggi, per realizzarli è necessario che i computer capiscano quello che scrivono gli utenti.

Con Conversate è possibile insegnare ai computer a capire quello che scrivono le persone. L’Intelligenza Artificiale sta negli algoritmi dietro la piattaforma, non serve programmare o fornire regole ma basta dare semplici esempi. Gli algoritmi poi capiscono in automatico quando gli utenti stanno scrivendo cose simili agli esempi.

Adesso è tutto molto più chiaro, ma quanto ci vuole prima che tutto questo diventi realtà?

E' già realtà, a inizio Dicembre è stato presentato un chatbot fatto da Deloitte Digital  uno dei nostri partner. Con la piattaforma Conversate è stato facile realizzare un chatbot che fornisce un primo livello di customer support per una assicurazione. Ed è solo l'inizio. E’ già possibile fare chatbot intelligenti che sembrano usciti dalla fantascienza, il limite è sviluppare al proprio interno i servizi intelligenti in grado di soddisfare le richieste intercettate dal chatbot. Per questo diventa sempre più strategico dotarsi di competenze di Artificial Intelligence o appoggiarsi ad aziende come Deloitte che ha creato una divisione di Cognitive Services allo scopo.

Ha tutta l'aria di una vera e propria rivoluzione, dove vedi le principali applicazioni nel fintech?

Il fintech è uno dei settori più attivi nel mondo dei chatbot. Molte startup sono partite per rimpiazzare il front end delle banche con chatbot sfruttando le Open API, due esempi sono Cleo ed Ernest.ai. Le fintech innovative possono usare i chatbot oltre che per erogare servizi anche in fase pre sales, per spiegare meglio i propri prodotti e servizi e rispondere ai dubbi degli utenti, fino a spingersi ad attività di customer acquisition e lead scoring.

In tutto questo le banche rischiano di perdere l'ultimo punto di contatto con i loro clienti e stanno reagendo. Nelle grandi organizzazioni i chatbot possono essere usati internamente, per esempio per velocizzare i processi tra filiali e sede centrale. E anche aziende “storiche" possono innovare, vedi Sage con il loro chatbot Pegg per nota spese.

Conosco poco la materia, ma da quello che so le tecniche di analisi del linguaggio funzionano molto bene con l'inglese, ma falliscono con l'italiano. E' vero?

Gli algoritmi sono in grado di capire bene tutte le lingue, solo che ogni singola lingua richiede un forte investimento dedicato affinché funzionino bene. Vi sono dei modi “semplici" per supportare più lingue, ma la qualità ne risente e lo si nota velocemente. Chi sviluppa le piattaforme tende a concentrarsi sull’Inglese perché è il mercato più grande, quindi finora non c’erano buone soluzioni per l'Italiano. Noi abbiamo fatta la scelta di supportare Inglese ed Italiano, di modo da avere su entrambe il massimo livello di qualità. E’ uno dei nostri tratti distintivi, insieme ad algoritmi più potenti, rispetto della normativa privacy EU e supporto enterprise, tutte cose che hanno creato un grande interesso per la piattaforma da parte delle aziende finanziarie.

Hai qualche consiglio da dare a chi volesse avvicinarsi al mondo delle chatbot?

Se hai una idea per un chatbot, il modo migliore per partire è fare un mockup, lo standard di settore è Botsociety. Vi sono dei meetup sui chatbot a Londra e Milano per entrare in contatto con la comunità. Per l'implementazione, il consiglio è parlare con esperti per capirne la fattibilità tecnica.

In questo momento in cui tutti seguono l’hype e dicono di fare chatbot non è semplice capire chi ha veramente le competenze, se siete in difficoltà posso aiutarvi dandovi un’opinione. Per chi desidera approfondire l'argomento farò un intervento tecnico al prossimo chatbot meetup a Milano il 26 Gennaio 2017, mentre ne farò un altro con taglio strategico / business alla conferenza di Artificial Intelligence a Milano il 26 Febbraio 2017.