Il boom del crowdinvesting: 250 milioni di euro raccolti

L'Osservatorio Crowdinvesting della School Management del Politecnico di Milano ha pubblicato il terzo report italiano sul Crowdinvesting. Il report è formato da diversi capitoli che si focalizzano sull'equity crowdfunding, il lending crowdfunding e il crowdinvesting nel real estate. L’equity crowdfunding è stato introdotto in Italia dal D.L. 179/2012 per le sole start up innovative. Dopo una serie di modifiche normative, è a seguito del decreto legge n. 50 del 24 Aprile 2017 ora è possibile a tutti i tipi di PMI di accedere a questa modalità di finanziamento. Scopriamo insieme i principali risultati contenuti nel report di quest'anno.

Terzo report dell'Osservatorio Crowdinvesting

Alcuni dei servizi finanziari presenti su Fintastico ci sono stati segnalati dai nostri partner che ci compensano.

La valutazione di Fintastico deriva dalla media ponderata delle valutazioni provenienti da Trustpilot, App Store, Google Play store

Un mercato più maturo, in forte e rapida crescita nel nostro Paese sia a livelli di volumi che di competenze: questa l’istantanea emersa dal Terzo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, presentato qualche giorno fa nella capitale lombarda dal direttore scientifico Giancarlo Giudici.

Il crowdinvesting è quella “parte” del crowdfunding che grazie a piattaforme internet permette a singole persone fisiche (ma anche a soggetti istituzionali e professionali) di investire, sottoscrivendo quote del capitale di rischio in piccole e medie imprese o concedendo un prestito a persone o imprese. L’attenzione del report si è concentrata sull'equity crowdfunding (fondi in cambio di quote, l’investitore diventa a tutti gli effetti socio dell’impresa) e sul social lending (l’investimento avviene attraverso la concessione di un prestito verso una persona fisica o un’impresa, con un contratto che prevede le modalità di rimborso e remunerazione del capitale attraverso un tasso di interesse), con un focus anche sul nascente industria del crowdfunding in ambito real estate.

Quanto vale il fenomeno in Italia 

Alla data del 30 giugno 2018, l’equity crowdfunding ha raggiunto i 33,3 milioni di euro raccolti, mentre il lending è arrivato a ben 216,9 milioni di euro. La raccolta nell'ultimo anno per l'equity crowdfunding è stata pari a 20,9 milioni (ovvero +168% rispetto allo stock investito fino a un anno fa) mentre per il lending è stata di 132,3 milioni di euro. Ciononostante, in ambito europeo l’Italia rimane sempre indietro rispetto ai volumi di Francia e Germania, che a loro volta appaiono minuscoli rispetto al Regno Unito, dove solo nel 2016 il crowdinvesting ha raccolto quasi 4 miliardi di sterline

Le motivazioni della crescita

Perché il mercato è interessato a una forte crescita, tenendo conto anche che nei primi mesi del 2018 si è registrato un volume complessivo di raccolta superiore a quanto registrato in tutto il 2017? Le motivazioni possono essere individuate sia nelle scelte politiche favorevoli dell’ultimo anno (in particolare l’estensione dell’equity crowdfunding a tutte le PMI e l’applicazione della ritenuta sostitutiva del 26% ai proventi per il lending crowdfunding), sia all'apertura di nuove aree di business (il real estate), sia alla progressiva maturazione del mercato, con i portali più dinamici che hanno ormai acquisito una massa critica di investitori significativa e sono in grado di portare a successo i progetti più “virali” in poche ore. Cruciale - soprattutto nel comparto del lending - si sta rivelando il coinvolgimento di investitori istituzionali accanto alla “folla” che funge da “boost” per moltiplicare i volumi.

Equity Crowdfunding: portali, campagne e investitori

Alla data del 30 giugno 2018 risultavano autorizzati in Italia 27 portali, ma un buon numero di questi non era ancora operativo. L’Osservatorio ha censito 231 campagne di raccolta (di cui 122 lanciate nell’ultimo anno), organizzate da 214 imprese (vi sono diversi casi di round ulteriori organizzati dalle stesse aziende). Il tasso di successo è migliorato molto nel 2017 e nel 2018 ed è oggi pari al 67%.

La piattaforma che ha finalizzato e raccolto più capitale è Mamacrowd (9,3 milioni di euro effettivi al 30/6/2018) seguita da Crowdfundme (6,8 milioni di euro) e Starsup (con 3,5 milioni). Il valore medio del target di raccolta per ogni emittente è pari a 218.368 euro mentre quello mediano è pari a 133.450 euro.

Sul versante delle imprese emittenti continuano a prevalere le startup innovative (84,6% del campione) ma aumenta l’incidenza delle PMI innovative (8,4%) e compaiono da quest’anno le PMI (5,1%). Completano il quadro i veicoli di investimento (4 ad oggi). La grande maggioranza opera in Lombardia (seguono Lazio e Piemonte) ed è operativa nel settore dell’ICT.

Chi e quanti sono gli investitori? In media ogni campagna riceve il sostegno di 65,9 investitori. L’Osservatorio ha censito 5.685 sottoscrizioni (il 35% inferiori a 499 euro, il 51% comprese fra 500 e 5.000 euro) effettuate da 3.250 persone fisiche e 279 persone giuridiche (società di servizi, immobiliari e commerciali). L’investitore tipico nell’equity crowdfunding è maschio, vive in Lombardia e ha da 36 a 49 anni. Ancora scarsa la partecipazione di investitori istituzionali di emanazione bancaria, incubatori certificati, fondazioni.

Lending Crowdfunding: protagonisti

L’Osservatorio ha censito in Italia 6 piattaforme attive destinate a finanziare persone fisiche (consumer) e 5 destinate a finanziare imprese (business) di cui una specializzata nel real estate. Un caso a parte è quello di Terzo Valore, piattaforma che eroga prestiti a progetti no-profit. La piattaforma che ha generato più prestiti negli ultimi 12 mesi è stata la piattaforma consumer Younited Credit con 77,2 milioni di euro (totale cumulato 112,9 milioni) seguita dalle piattaforme business BorsadelCredito.it (24,2 milioni, con un totale di 37,7 milioni di euro) e Lendix (17,5 milioni raccolti dalle imprese italiane, totale 19,6 milioni di euro). Alcune piattaforme operano attraverso il modello “diretto” lasciando piena scelta ai prestatori su chi finanziare, e pubblicando ex ante tutte le informazioni sui richiedenti, mentre le altre presidiano maggiormente il modello “diffuso” in cui gli investimenti vengono suddivisi su più prestiti, a discrezione della piattaforma con l’obiettivo di ridurre il rischio. Quasi tutte le piattaforme prevedono un fondo di garanzia in caso di insolvenze.

Real estate crowdfunding: solo due player per ora

L’Osservatorio quest’anno propone un focus sul real estate crowdfunding, che al momento vede in Italia due player attivi: Walliance (equity) e Housers (lending) ma che presto si popolerà di nuovi competitor. La raccolta su Internet di fondi per finanziare progetti di natura immobiliare è in notevole crescita e in Italia è partita solo nel 2017. Nel mondo l’Osservatorio ha censito 100 piattaforme attive; il mercato più importante è quello statunitense, dove sono stati raccolti 5,8 miliardi di dollari, mentre l’Europa si attesta su 2,1 miliardi di euro raccolti. In Italia i progetti finanziati con equity fino al 30/6/2018 sono stati 3 e hanno raccolto nel complesso 2,6 milioni di euro; quelli finanziati attraverso prestiti sono stati invece 12, per un totale di poco inferiore a 3 milioni di euro.

Maria Comotti avatar
Maria Comotti

Giornalista professionista si occupa del mondo fintech raccontando le principali tendenze e analizzandone i differenti servizi per proporre una chiave di lettura accessibile a tutti.