Blockchain nelle aziende: possibili applicazioni nel settore vitivinicolo

La tecnologia blockchain guarda al vino. CI sono sempre più applicazioni che autocertificano l’intera tracciabilità della filiera di produzione e la trasformazione dei prodotti agricoli, consentendo di certificarne la qualità, la provenienza e la filiera, e valorizzando il lavoro agroalimentare di qualità. Tracciabilità e trasparenza: la filiera del vino introduce la blockchain.

vino

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Continuiamo con l'elenco dei casi d'uso individuati dalle aziende della Community NdT, questa volta focalizzandoci sul settore vitivinicolo. 

Durante uno degli incontri organizzati dalla Community NdT è stato proposto da parte di un'azienda vitivinicola di usare le caratteristiche di tracciabilità ed univocità dei dati su blockchain per accedere a finanziamenti per l'acquisto e la crescita delle vigne e la trasformazione dei prodotti vinicoli.

Attualmente l'azienda deve anticipare l'acquisto delle "materie prime" (piante, materiali agricoli, botti) necessarie alla raccolta e produzione del vino. Passa poi in gestione la vigna ad aziende agricole che ne prendono cura fino alla vendemmia. A questo punto gli agricoltori vengono retribuiti per il lavoro svolto, ed il raccolto entra nello stabilimento di produzione per la trasformazione in vino, messa nelle botti, maturazione, fino all'imbottigliamento e la vendita finale. Solo a questo punto l'azienda vinicola rientra delle spese operative e del finanziamento iniziale. 

Considerando il ciclo di vita pluriennale del vino, risulta immediato il carico finanziario che l'azienda deve sopportare durante un ciclo di cassa così lungo. La possibilità di "scaricare" l'onere finanziario di questo magazzino di "materie prime" alleggerirebbe in modo significativo la situazione patrimoniale dell'azienda, che potrebbe quindi allocare le risorse finanziarie così svincolate ad attività remunerative. 

La soluzione esiste, e prende il nome di Inventory Finance: operatori specializzati acquistano i beni e ne detengono la proprietà durante il trasporto e l'immagazzinamento, ottimizzando così crediti e debiti commerciali dell'azienda conferente, che non deve più tenere a bilancio questi beni mentre potrà fisicamente usarli per i propri processi di produzione. Una volta che i prodotti finiti verranno venduti, i soggetti finanziatori rientrano del prestito. In caso contrario, possono dimostrare la proprietà dei beni finanziati onde venderli per rientrare del capitale prestato. 

La soluzione di Inventory Finance basata su blockchain prevede la creazione di una piattaforma digitale che emette certificati digitali di proprietà (detti "token") dei beni finanziati dall'operatore finanziario. L'azienda vinicola può quindi acquistare i beni di produzione (piante, materiali agricoli, botti) e ripagare il prestito solo a ciclo di vendita concluso. I finanziatori possono rivalersi di un mancato rimborso mediante presentazione dei token in loro possesso, la cui esigibilità è legalmente riconosciuta ed accettata. 

Non solo. In alcune soluzioni più avanzate (ad es. in Asia IBM con Mahindra Finance; Supply@ME di The AvantGarde Group in Italia) l'architettura della piattaforma sfrutta le potenzialità di blockchain per "tenere traccia" dell'utilizzo dei beni finanziati ora rappresentati dai token. Il lotto delle bottiglie di vino venduto può essere associato ai beni che ne hanno permesso la produzione, ossia ai token. Quindi il soggetto finanziatore potrebbe decidere di ritardare la riscossione del prestito, beneficiando, invece, del valore della vendita del lotto cui i token in suo possesso sono associati. Quindi il soggetto finanziatore ha due opzioni: riscuotere subito il controvalore dei token in possesso; oppure incassare la porzione dei proventi della vendita del vino cui il token dà diritto, rimandando la riscossione del prestito ad un momento successivo. 

L'elenco dei casi d'uso aziendali individuati continua e verranno trattati in articoli successivi. 



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Enrico Camerinelli

The Blockchain Academy