Differenze tra blockchain pubblica e blockchain privata

Questo articolo esplora le differenze tra blockchain pubbliche e private illustrando vantaggi e criticità dell’uno e dell’altro approccio. Se le prime garantiscono la massima trasparenza, le seconde abilitano l’utilizzo di questa tecnologia per processi di business. Casi d'uso a confronto blockchain pubblica o privata.

blockchain pubblica e blockchain privata

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Il 12 febbraio 2018, a meno di un mese dalle elezioni politiche del 4 marzo, viene portato alla luce il caso rimborsopoli. Due deputati del Movimento 5 Stelle da qualche tempo avevano avuto la brillante idea di annullare i bonifici mensili con i quali devolvevano il 50% del loro stipendio al fondo per il microcredito destinato alla piccola e media impresa. "Trucco di prestigio" possibile grazie alle 24 ore richieste dalla banca per processare una transazione, offrendo la possibilità al mittente di annullare l'operazione entro il tempo prestabilito. Se si fosse utilizzata la blockchain, non sarebbe stato possibile questo tipo di operatività. Grazie alla blockchina l'organo di vigilanza responsabile di vigilare e assicurarsi che tutti i parlamentari del M5S devolvessero quanto promesso sarebbe stato il popolo stesso. O meglio, la tecnologia avrebbe eliminato il problema della fiducia, grazie a un sistema di algoritmi e ciascun cittadino avrebbe potuto verificare l'avvenuta transazione sulla blockchain stessa. Utile. Non lascia margine d'errore. Indispensabile per l'umanità

La tecnologia blockchain si presenta, innanzitutto, come un cambio di paradigma sociale. Risolve determinati problemi che portano l'uomo a poter sbagliare molto meno, il payoff è che si deve dare più spazio alla tecnocrazia. Giusto? Punti di vista.  

La Blockchain è un'opportunità e, come tale, sono in tanti a volerla cogliere. Una volta capita la portata di questo database distribuito, diventa inevitabile non volerla applicare in ogni settore possibile. Comprensibile ma tuttavia è indispensabile dare una definizione di blockchain che non lasci spazio a ambiguità o ad altre ulteriori formule. 

Blockchain e Distributed Ledger Technology

Quando parliamo di Distributed Ledger Technology (DLT), intendiamo un database che non si trova su un solo server ma all'interno di una serie di computer sincronizzati tra loro all'interno della quale c'è la stessa copia di una serie di documenti. Questo permette al documento di essere molto più reperibile per gli utenti che possono trovare la stessa informazione all'interno di un gruppo di server. Il fatto che le informazioni siano distribuite aumenta la loro immutabilità, infatti una delle caratteristiche del DLT è che le informazioni presenti su ciascun computer siano esattamente identiche alle altre. Per fare questo è necessario un software che analizzi tutti i database e si assicuri che appena vi sia un cambiamento anche di una singola informazione su un server, essa sia replicata e comunicata a tutta la rete. 

Centralised-decentralised-distributed

Fonte: Wikimedia Commons

La Blockchain è un'implementazione del database distribuito che permette grazie alla sua decentralizzazione di risolvere il problema della centralità del dato che fino a qualche anno fa, senza uno sviluppo tecnologico sufficientemente elevato, era sintomatico di controllo e sicurezza. Rovesciando questo postulato, le regole del gioco sembrano cambiare. La distribuzione del dato, possibile grazie alla registrazione di una serie di record, detti blocchi collegati a domino uno con l'altro, oggi rappresenta trasparenza e immutabilità di un sistema. 

Blockchain con e senza permesso

La blockchain permissionless, senza permesso è quella di Bitcoin, ed è l'esempio per antonomasia perché chiunque può accedervi e non ha una proprietà, appartiene a tutti e non può essere controllata da un singolo individuo. Questa tipologia di blockchain è definita pubblica perché i dati sono condivisi con tutta la rete ed è possibile accedere e disporre di una copia di ogni singola transazione avvenuta nella rete grazie al sistema di consenso totalmente distribuito. L'impossibilità di censurare una transazione permette ai suoi partecipanti di non dover passare attraverso un ente centrale con il potere di decidere il lasciapassare o meno di una operazione. Il database globale in questione si presta per tutti quei documenti che desideriamo rimangano immutabili nel tempo, un esempio valido può essere il testamento. 

La prima differenza sostanziale della blockchain permissioned, con permesso è la sua proprietà, che può essere di uno o più individui che possono controllarla. Se si vuole inserire un dato all'interno del libro mastro è sufficiente che i nodi definiti "trusted" approvino l'operazione. Il concetto di governance all'interno delle blockchain private spetta a un determinato numero di nodi, che possono inserire regole specifiche che limitino la visibilità di determinati dati o la possibilità di rendere visibili o meno delle informazioni presenti sulla rete. Lo stesso accesso alla blockchain è limitato da un gruppo ristretto di validatori. Se le caratteristiche delle due sono simili, la forma di governo delle blockchain private limita il concetto stesso di blockchain demandando il controllo a pochi. Innegabile il fatto che esse siano più veloci ed efficienti e quindi, molto più vicine alle esigenze delle aziende. 

Conclusioni

Nel corso del tempo, le blockchain private verranno utilizzate sempre di più all'interno degli enti e delle organizzazioni e diventa sempre più difficile per coloro che credono nella tecnologia blokchain non auspicarselo. Eppure i "puristi" difficilmente potranno sostenere un uso di massa di questa tecnologia, semplicemente perché ciò che oggi definiamo blockchain assomiglia sempre meno al protocollo pensato e progettato da Satoshi Nakamoto. Se dalla diffusione di questa tecnologia non potrà beneficiare l'intero sistema economico è difficile immaginare i suoi sviluppi futuri e quando sarà diffuso il suo utilizzo all'interno della società. Ai posteri l'ardua sentenza. 

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Michele Centomo

Passionate about cryptocurrencies and blockchain since 2014. Economic study at the Università Cattolica del Sacro Cuore and trying to find out as much as possible about Fintech.