Come il PropTech aiuta l’immobiliare dal punto di vista finanziario

La tecnologia è sempre più presente nella nostre vite e grazie al proptech e al digitale sta reinventando il modo in cui funziona il settore immobiliare.

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Il PropTech facilita progetti immobiliari, anche molto ambiziosi, nella ricerca del capitale: oggi scopriamo come, analizzando i tipi di crowdinvesting. Ma prima di tutto facciamo un passo indietro, chiarendo i termini in gioco.

Il PropTech come rivoluzione per l’immobiliare

PropTech deriva dalla crasi tra property e technology e indica una vera e propria rivoluzione per il mondo immobiliare. Il PropTech è la tecnologia al servizio del mondo immobiliare: può indicare tanto lo sviluppo delle tecnologie, quanto le stesse startup che la utilizzano, come rileva questo report del Politecnico di Milano.

Il report osserva che è in atto un vero e proprio cambio di paradigma, di mentalità e di cultura in un mondo spesso poco aperto all’innovazione e all’ampliamento del target. E qui arriviamo al nostro punto: grazie ai cambiamenti in gioco, per le sue stesse caratteristiche, l’utilizzo del PropTech sta aiutando in concreto il settore immobiliare nel finanziarsi.

Come il Proptech aiuta il mondo immobiliare dal punto di vista finanziario

Si capisce facilmente come questo agisca in concreto, se pensiamo a tre delle caratteristiche comuni alle startup PropTech che sono state individuate da chi ha studiato il fenomeno. La domanda si diversifica, l’offerta si amplia e, terzo aspetto, viene facilitato il loro incontro.

In concreto: come primo punto, molte più persone hanno la possibilità di accesso al mondo immobiliare che prima era loro precluso. In questo modo, le startup sono invogliate e facilitate nell’offrire progetti immobiliari sempre più variegati.

La ciliegina sulla torta? L’uso delle tecnologie rende il processo snello, veloce e alla portata di tutti. L’utilizzo delle piattaforme online, i canali di marketing ampliati, con gli stessi social network, e la possibilità di una compravendita interamente online facilita la raccolta di capitali. In questo modo, anche i progetti più ambiziosi hanno la possibilità di trovare degli acquirenti: ricordi l’ampliamento della domanda?

Significa che per ogni progetto esiste un pubblico giusto: il PropTech facilita così la ricerca del capitale. Quali sono i modi per finanziarsi? I principali sono tre e li vediamo subito, con i loro vantaggi e criticità.

Tre tipologie di crowdinvesting: come funzionano, con i loro pro e contro

Esistono tre principali modi per utilizzare il crowdfunding, ovvero per raccogliere capitali grazie al crowd, ovvero la folla, le persone comuni. Come intermediario si pongono le diverse piattaforme immobiliari che, grazie appunto al PropTech, espongono i progetti tra cui scegliere. Queste tre tipologie costituiscono un sottoinsieme del crowdfunding, denominato crowdinvesting. Il crowdinvesting porta con sé l’aspettativa dell’utente, che investe o concede un prestito, di avere un rendimento in risposta.

Sono tre, come si diceva, le tipologie di crowdinvesting.

La prima è l’equity crowdfunding: in questo caso, chiunque può investire in una società di capitali sottoscrivendone quote o azioni. I pro e contro per te, come investitore? Diventi a tutti gli effetti un socio, partecipando al rischio d’impresa; tuttavia, le società che offrono questa possibilità sono autorizzate dalla Consob, il che rappresenta una garanzia in più sulla correttezza delle operazioni.

Come riporta quest’articolo del Sole 24 Ore, la diffusione dei progetti grazie alle piattaforme online e di conseguenza al PropTech consente di aggirare alcuni fattori che tradizionalmente pesavano sul settore immobiliare.

L’ampia diffusione delle offerte consente infatti di superare un modello basato sulla propria rete di conoscenze, per privilegiare il modello democratico e meritocratico. L’altra faccia della medaglia si presenta nel momento in cui la facilità e la rapidità del processo attira investitori impreparati. Fortunatamente, grazie al Questionario di Appropriatezza (MIFID), anche chi non sarebbe stato dissuaso dalle scarse conoscenze, ora potrà esserlo.

La seconda tipologia è il lending crowdfunding: l’investitore eroga di fatto un prestito a società o individui per la realizzazione del progetto. Come investitore, sarai attratto da tassi d’interesse potenzialmente interessanti, derivanti dai minori costi sostenuti dagli intermediari poiché non si relazionano con il canale bancario.

Questo però significa che c’è meno regolamentazione e, quindi, una tutela minore per te.

Esistono due modelli principali: quello diretto, in cui c’è appunto minor intermediazione essendo sottoposto direttamente agli investitori, e quello diffuso, in cui la piattaforma attribuisce un rating ai progetti, classificandoli.

Uno svantaggio di questa categoria è il fatto di aver portato ad un ecosistema alternativo a quello bancario, caratterizzato da tempi più lunghi e soprattutto requisiti più stringenti. Inoltre, vista la mancanza dell’obbligo di ottenere l’autorizzazione della Consob per poter operare, l’accesso risulta più semplice e meno regolamentato.

La terza ed ultima tipologia è il debt crowdfunding, in cui l’investitore finanzia il progetto tramite obbligazioni e strumenti di debito offerti da piccole e medie imprese. Se decidi di investire in questo tipo di crowdfunding, devi sapere che in alcuni casi viene proposta una copertura assicurativa esterna del rischio di credito. Costituisce una tutela per te, ma allo stesso tempo può rendere questo tipo di crowdfunding meno conveniente rispetto ad altre forme.

Con il debt crowdfunding, inoltre, è possibile bypassare problemi burocratici normalmente attribuibili a questa tipologia di strumenti, con una conseguente riduzione di costi e tempistiche. Esiste poi uno scenario aperto dal 5° Report italiano sul CrowdInvesting del Politecnico di Milano, che riporta “l’opportunità di ospitare sui portali delle sezioni dove gli investitori possono offrire in vendita i titoli sottoscritti, o comprarli, con ciò aprendo una sorta di ‘bacheca’ utile per alimentare un mercato secondario”.

Lo svantaggio è che, rispetto al debito tradizionale contratto con la banca, l’impresa deve essere in grado di far fronte alle aspettative degli investitori che si sono moltiplicati grazie all'utilizzo di piattaforme immobiliari. Di conseguenza, il fallimento del progetto può portare ad un danno di immagine più durevole.

Il PropTech ha rivoluzionato il settore immobiliare dal punto di vista finanziario, aiutandolo nella raccolta di capitali. L’ampia diffusione di opportunità d’investimento e la semplicità del processo però non deve spingerti a prendere decisioni immotivate e senza esserti prima informato a dovere. Nonostante ciò, il PropTech può portare una maggiore meritocrazia in un settore prima chiuso come quello immobiliare: c’è un’opportunità anche per te, corri a coglierla!

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