Addio Reddito di cittadinanza, arriva l’Assegno di inclusione

Il reddito di cittadinanza verrà sostituito dall’assegno di inclusione che prevede anche un percorso di inclusione lavorativa. Ecco come funzionerà.

Addio Reddito di cittadinanza, arriva l’Assegno di inclusione

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Dal primo gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza scomparirà del tutto per essere sostituito dall’Assegno di inclusione. Lo prevede il cosiddetto “decreto lavoro 2023” approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 1 maggio.

Negli ultimi mesi si è discusso molto della nuova misura di sostegno al reddito che avrebbe dovuto sostituire il reddito di cittadinanza. Si era anche parlato di una struttura complessa composta da tre misure differenti riassunte in tre sigle: Gil, Gal e Pal.

Qui lasciamo le ipotesi che hanno preceduto la norma ufficiale e ci concentriamo sul testo di legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale (decreto legge 4 maggio 2023, n. 48).

Il decreto lavoro dedica all’assegno di inclusione tutta la prima parte del testo e spiega nello specifico come funzionerà la nuova misura che sostituisce il reddito di cittadinanza. Scopriamo insieme tutte le novità, punto per punto.

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Cos’è l’Assegno di Inclusione?

L’assegno di inclusione entrerà in vigore a partire dall’1 gennaio 2024 “quale misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli”.

L’assegno di inclusione è una misura di sostegno economico condizionata dall’adesione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

La norma, infatti, prevede una politica attiva di inserimento al lavoro che si strutturerà attraverso percorsi di formazione e di inserimento sociale.

Chi ha diritto all’assegno di inclusione?

Hanno diritto all’assegno di inclusione i nuclei familiari con componenti con disabilità, con minorenni a carico o persone con almeno 60 anni di età.

I requisiti per accedere all’Assegno di inclusione

Vediamo quali sono i requisiti per accedere all’assegno di inclusione, poiché sarà molto importante avere un profilo che coincida con quanto previsto dalla normativa per poter fare richiesta.

Requisiti patrimoniali Assegno di inclusione

  • ISEE in corso di validità non superiore a 9.360 euro che aumenta con minorenni a carico.
  • Valore del reddito familiare inferiore a 6 mila euro annui, che va moltiplicato per la scala di equivalenza.
  • Il valore del reddito familiare sale a 7.560 euro se il nucleo familiare è composto da persone con età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.
  • Valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro.
  • Autoveicoli di cilindrata non superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc (esclusi quelli fiscalmente agevolati in favore di persone con disabilità).
  • Non si possono avere imbarcazioni intestate o velivoli aerei.

Va precisato che quanti hanno percepito il reddito di cittadinanza non si vedranno calcolare tale somma all’interno dell’ISEE o del valore del reddito familiare. Rdc e altre misure nazionali o regionali di contrasto alla povertà non fanno reddito.

Requisiti di cittadinanza per accedere all’assegno di inclusione

Oltre ai cittadini italiani, potranno fare richiesta dell’assegno di inclusione coloro i quali sono in possesso dei seguenti requisiti di cittadinanza:

  • essere cittadino dell’Unione Europea o di diritto di soggiorno, o di diritto di soggiorno permanente, oppure titolare dello status di protezione internazionale;
  • residente in Italia per almeno 5 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Misure cautelari personali

Il richiedente l’assegno di inclusione non può essere una persona sottoposta a misura cautelare personale, a misura di prevenzione o a sentenze definitive di condanna.

Tale condizione si applica a tutte le procedure penali intervenute nei 10 anni precedenti la richiesta.

Altri casi di esclusione

Non possono richiedere l’assegno di inclusione quei nuclei familiari dove un componente risulta disoccupato a seguito di dimissioni volontarie nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni.

Sono esclusi dalla restrizione soltanto i casi di dimissioni volontarie per giusta causa e quelli previsti dalla legge.

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Quanto vale l’Assegno di inclusione?

Vediamo quanto vale l’assegno di inclusione e quanto percepiranno le famiglie con i requisiti che lo richiederanno.

L’articolo tre del decreto lavoro 2023 stabilisce il beneficio economico previsto per l’assegno di inclusione. L’assegno è una integrazione al reddito familiare e prevede una soglia massima di 6 mila euro annui, che aumenta a 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone con una età superiore ai 67 anni e da familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. L’assegno di inclusione non potrà essere inferiore a 480 euro annui.

Nei casi in cui il nucleo familiare è residente in una casa o appartamento in affitto, ha diritto a una ulteriore integrazione che non potrà superare i 3.360 euro annui, che si riducono a 1.800 euro annui per i nuclei familiari tutti con più di 67 anni e disabili a carico.

Durata dell’Assegno di inclusione

Il beneficio verrà erogato su base mensile per un periodo non superiore ai 18 mesi, con possibilità di rinnovo di ulteriori 12 mesi, ma con sospensione di un mese tra un periodo di erogazione e l’altro.

Cosa succede se uno dei familiari inizia a lavorare?

Nel caso in cui uno o più dei membri del nucleo familiare dovesse iniziare una attività di lavoro dipendente, l’assegno di inclusione non verrà ricalcolato se chi ha iniziato l’attività lavorativa percepisce un massimo di 3.000 euro lordi annui.

Sarà l’INPS, dove necessario, a effettuare i calcoli sulle somme percepite al fine di rideterminare il valore dell’assegno di inclusione.

Discorso simile se un membro del nucleo familiare dovesse aprire partita Iva per iniziare una attività come lavoratore autonomo. L’INPS si occuperà di fare calcoli trimestrali verificando che il reddito lordo non superi i 3.000 euro annui.

Come si richiede l’Assegno di inclusione?

L’assegno di inclusione andrà richiesto da gennaio 2024 in forma telematica attraverso il portale dell’INPS o rivolgendosi a un CAF/Patronato di fiducia.

I requisiti presentati dal richiedente saranno valutati dal sistema che interrogherà le banche dati anche del Ministero della giustizia, del Ministero dell’istruzione e del merito, dell’Anagrafe tributaria e del pubblico registro automobilistico.

Superata la fase di verifica dei requisiti l’assegno di inclusione verrà riconosciuto a decorrere dal mese successivo a quello di sottoscrizione.

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Come ricevere l’Assegno di inclusione

L’assegno di inclusione verrà erogato attraverso una carta di inclusione che sarà del tutto simile alla carta del reddito di cittadinanza. La carta verrà consegnata 7 giorni dopo la sottoscrizione del patto di attivazione attraverso un “gestore” che si presume dovrebbe essere Poste Italiane.

La carta di inclusione prevede un limite di prelievo di contante di 100 euro, poiché non è una carta di pagamento personale che si può usare liberamente. La carta prevede l’invio di un solo bonifico mensile e deve essere diretto al locatore della casa in affitto indicato nel contratto di affitto.

La carta avrà dei limiti di utilizzo simili a quelli già previsti per la carte del reddito di cittadinanza, ma siamo in attesa dei decreti attuativi per avere i dettagli dei limiti di utilizzo.

Verifica intanto la disponibilità di carte e conti personali da utilizzare senza limiti.

Obblighi di formazione

L’assegno di inclusione è strettamente legato a un percorso di formazione e di inclusione sociale. I richiedenti stipuleranno digitalmente un patto di attivazione, i cui dati saranno automaticamente inviati al servizio sociale del Comune di residenza.

I percettori dell’assegno di inclusione dovranno presentarsi obbligatoriamente al primo appuntamento e ai successivi programmati ogni 90 giorni. Chi non si presenterà agli appuntamenti si vedrà sospeso il beneficio economico.

I familiari con una età compresa tra i 18 e i 59 anni di età, invece, saranno avviati ai centri per l’impiego del territorio per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato. Anche in questo caso i sottoscrittori saranno obbligati a presentarsi agli appuntamenti ogni 90 giorni, pena la sospensione del beneficio economico per tutto il nucleo familiare.

Conclusione

Benché queste siano le linee essenziali dell’assegno di inclusione che dal primo gennaio 2024 sostituirà il reddito di cittadinanza, dobbiamo attenderci ancora ulteriori precisazioni.

Precisazioni che giungeranno nel corso dell’anno quando i ministeri indicati dal decreto legge emaneranno i decreti attuativi, i quali chiarificheranno nel dettaglio alcuni altri particolari legati al nuovo beneficio economico di sostegno al reddito e di inclusione sociale. Oltre a fornire indicazioni sugli eventuali percorsi di formazione concretamente individuati.

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Fabio Carbone

Scrittore web tecnico ma versatile dal 2013, ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Dal 2016 si occupa di temi legati all'Industria 4.0 e al mondo del digitale. Scrive di finanza, criptovalute e blockchain per quotidiani online, siti di settore e aziende.